LIBIA - L'ultimo discorso di Gheddafi alla tv fa davvero rabbrividire. Chi si aspettava un discorso conciliante rimarrà deluso, Gheddafi è pronto allo sterminio del suo popolo:"Gheddafi resisterà: libertà, vittoria, rivoluzione! Io morirò come un martire, come mio nonno" ha tuonato il dittatore libico nel suo ultimo discorso tenuto davanti alla sua casa bombardata dai raid americani nel 1986 a Tripoli. "I manifestanti sono ratti pagati dai servizi segreti stranieri, sono una vergogna per le loro famiglie e le loro tribù", ha continuato nel suo discorso  drammatico e violento "Muammar Gaddafi è l'orgoglio della Libia, uomo che ha voluto sempre prosperità, vi ha restituito il petrolio. Uscite nelle strade, andate ad attaccare questi ratti". Frasi deliranti che parlano di improbabili complotti, ma che incitano i sostenitori ad uscire per le strade e combattere i dissidenti fino alle morte: "Se costretti, useremo la forza in conformità a leggi internazionali. Non sono un presidente, non mi devo dimettere. Ho il mio fucile. Non temo niente e nessuno. Ritirate i vostri bambini dalle strade, perché li drogano, li caricano" fa leva ancora sul passato rivoluzionario che lo ha portato al potere, poi l'unica concessione che ammette è un piccolo rimpasto governativo e un blando federalismo. E conclude con: "‘Chiunque ami Muammar Gheddafi, esca di casa e vada nelle strade. Non useremo violenza. L’esercito riprenda il controllo della nazione e la gente scenda in piazza domani ed attacchi i manifestanti". Frasi contraddittorie, una presentazione della realtà palesemente distorta e anche attacchi all'Italia e alla comunità internazionale accusata di armare i ragazzi libici. Il vecchio leone è impazzito, nega l'uso della forza mentre i suoi caccia stanno bombardando i manifestanti: la Libia gronda sangue e forse la comunità internazionale dovrebbe pensare a qualcosa di più efficace degli appelli lanciati per fermare la violenza.