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mercoledì 30 novembre 2011

IRAN "A Isfahan colpito sito nucleare"

IRAN

"A Isfahan colpito sito nucleare"
Londra annuncia azioni dure

Secondo il Times, fonti di intelligence israeliana sostengono che l'esplosione di lunedì scorso non è stata accidentale. Già il 12 novembre colpita base missilistica. Dopo l'assalto all'ambasciata britannica, il premier Cameron minaccia gravi ritorsioni: espulso staff diplomatico iraniano da Londra. Ministero degli esteri espelle personale diplomatico inglese. Roma valuta chiusura rappresentanza a Teheran

martedì 29 novembre 2011

Le aziende internazionali si stanno preparando piani di emergenza per un possibile break-up della zona euro


Le aziende internazionali si stanno preparando piani di emergenza per un possibile break-up della zona euro, secondo le interviste con decine di dirigenti di multinazionali.
Preoccupati del fatto che i leader politici europei non riescono a controllare la crisi del debito sovrano diffusione, dirigenti aziendali affermano di sentirsi obbligato a proteggere le loro aziende nei confronti di un incidente che non può più essere ignorate. Quando il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy ha sollevato la prospettiva di una uscita greca della zona euro all'inizio di questo mese, ha segnato la prima volta che alti funzionari europei avevano osato mettere in discussione la permanenza dei loro 13 anni sperimentare l'unione monetaria .Di piùSu questa storia

    
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"Abbiamo iniziato a pensare che cosa [un break-up] potrebbe essere simile," Andrew Morgan, presidente di Diageo Europe, ha dichiarato il Martedì. "Se si ottiene una specie molto più grande di ... cambiare intorno all'euro, allora siamo in una situazione completamente diversa. Con i paesi che escono dell'euro, hai massiccia svalutazione che rende i marchi importati molto, molto costoso. "
Preoccupazioni dirigenti 'stanno emergendo come ministri delle finanze della zona euro pesano opzioni sempre più radicale per affrontare la crisi del debito sovrano, compresa la possibilità di rifornire di prestiti della Banca centrale europea verso i paesi interessati attraverso il Fondo Monetario Internazionale.
I produttori di automobili, i gruppi di energia, beni di consumo le imprese e le altre multinazionali stanno prendendo cura di minimizzare i rischi mettendo riserve di liquidità in investimenti sicuri e controllare le spese non obbligatorie. Siemens, il gruppo di progettazione, ha anche stabilito una propria banca per depositare i fondi presso la Banca centrale europea.
Alcuni stanno esaminando consulenza di esperti sulle conseguenze legali di una divisione della zona euro per i contratti commerciali transfrontaliere e contratti di finanziamento. Al contrario, le imprese più piccole e medie imprese hanno fatto poche o nessuna preparazione finanziaria e legale.
"I partecipanti al mercato e, in misura crescente, le aziende reali dei prezzi in un break-up scenario", ha detto Jean Pisani-Ferry, direttore della sede a Bruxelles think-tank Bruegel. "E 'ancora difficile pensare l'impensabile, per non parlare di elaborare i dettagli di esso, ma qualsiasi giocatore razionale deve considerare la possibilità di esso."
Alcune aziende di portata globale dire un euro break-up sarebbe triste, ma gestibile. "Abbiamo fatto una prima analisi approssimativa sulle conseguenze della interruzione del l'euro come moneta portoghese", ha detto Jürgen Hoffmann Dieter, direttore finanziario di Volkswagen Autoeuropa, braccio portoghese della casa automobilistica tedesca. "La conclusione è che nel complesso l'impatto non sarebbe così negativo alla nostra società, come noi siamo principalmente un esportatore e appartengono a un gruppo in tutto il mondo."
Alcuni dirigenti francesi, italiane e spagnole dicono di avere i piani in atto per gravi turbolenze finanziarie ed economiche, ma non specificatamente per un euro break-up. Il rischio, ai loro occhi, è che la stabilità della regione potrebbe arrivare sotto la minaccia ancora maggiore se si è saputo che le aziende sono state contemplando il peggio.
Segnalazione aggiuntiva da Peter Wise a Lisbona, James Wilson a Francoforte e Alex Barker a Bruxelles
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International companies are preparing contingency plans for a possible break-up of the eurozone, according to interviews with dozens of multinational executives.
Concerned that Europe’s political leaders are failing to control the spreading sovereign debt crisis, business executives say they feel compelled to protect their companies against a crash that can no longer be wished away. When German chancellor Angela Merkel and French president Nicolas Sarkozy raised the prospect of a Greek exit from the eurozone earlier this month, it marked the first time that senior European officials had dared to question the permanence of their 13-year-old experiment with monetary union.

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“We’ve started thinking what [a break-up] might look like,” Andrew Morgan, president of Diageo Europe, said on Tuesday. “If you get some much bigger kind of ... change around the euro, then we are into a different situation altogether. With countries coming out of the euro, you’ve got massive devaluation that makes imported brands very, very expensive.”
Executives’ concerns are emerging as eurozone finance ministers weigh ever more radical options to tackle the sovereign debt crisis, including the possibility of funnelling European Central Bank loans to struggling countries via the International Monetary Fund.
Car manufacturers, energy groups, consumer goods firms and other multinationals are taking care to minimise risks by placing cash reserves in safe investments and controlling non-essential expenditure. Siemens, the engineering group, has even established its own bank in order to deposit funds with the European Central Bank.
Some are examining expert advice on the legal consequences of a eurozone split for cross-border commercial contracts and loan agreements. By contrast, most small and medium-sized firms have made few, if any financial and legal preparations.
“Market participants and, increasingly, real businesses are pricing in a break-up scenario,” said Jean Pisani-Ferry, director of the Brussels-based Bruegel think-tank. “It is still hard to think the unthinkable, let alone to work out the details of it, but any rational player has to consider the possibility of it.”
Some businesses with global reach say a euro break-up would be grim but manageable. “We have made a first rough analysis about the consequences of the discontinuation of the euro as the Portuguese currency,” said Jürgen Dieter Hoffmann, finance director at Volkswagen Autoeuropa, the German carmaker’s Portuguese arm. “The conclusion is that overall the impact would not be so negative to our company, as we are mainly an exporter and belong to a worldwide group.”
Some French, Italian and Spanish executives say they have plans in place for severe financial and economic turbulence, but not specifically for a euro break-up. The risk, in their eyes, is that the region’s stability might come under even greater threat if it became known that companies were contemplating the worst.
Additional reporting by Peter Wise in Lisbon, James Wilson in Frankfurt and Alex Barker in Brussels
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lunedì 21 novembre 2011

Elezioni in Spagna

Gli indipendentisti baschi sono il secondo partito con il 22%! E in Catalunya nazionalisti catalani e indipendentisti superano il 57%!
 

sabato 19 novembre 2011

Imprenditore edile si uccide a Borgoricco

Zaia: “Provvedimento Roma capitale? E’ inquietante”

VENEZIA – Il governatore del Veneto Luca Zaia si dice ”inquieto” del fatto che lunedi’ il primo provvedimento che sara’ varato dal governo Monti sia quello per Roma capitale. ”Mi sembra che non sia dare una risposta al Nord – afferma l’esponente leghista -. Roma capitale potrebbe aspettare, meglio occuparsi di chi oggi non ha posto di lavoro”.
Zaia non risparmia una battuta al nuovo esecutivo tecnico: ”se il buongiorno si vede dal mattino non e’ un buongiorno per il Nord, per il Veneto”. ”Abbiamo capito che Roma ha una corsia preferenziale – aggiunge -. In un momento come questo varrebbe la pena di pensare ai disoccupati piu’ che a Roma capitale. Non vorremo che salvassimo la capitale e questa si ritrovasse ad essere deserta perche’ la gente deve espatriare, emigrare per trovarsi un posto di lavoro. Sono convinto che i romani la pensano come me”.
Da qui la proposta del governatore. ”Si potrebbe istituire un nuovo modus operandi, lo diciamo a Monti – spiega – potremmo dire che dovrebbe dar vita ad una politica di governo paritetica: un provvedimento per il Sud e un provvedimento per il Nord”.
”Questo esordio con Roma capitale ci inquieta – conclude -.Uno si aspettava da Monti come primo provvedimento un pacchetto di misure contro la crisi, se il primo e’ su Roma capitale auguri”.
i fronte al sospetto che il governo tecnico Monti spinga l’acceleratore sul centralismo, il governatore del Veneto Luca Zaia replica che la Lega ”non e’ piu’ disposta ad aspettare”.
”Il progetto del federalismo, lo dice il Capo dello Stato – sottolinea – non e’ piu’ una scelta ma una necessita”’. Per Zaia, dalla crisi si esce ”non solo con le manovre ma anche con le riforme, quelle poderose”. Il pensiero dell’esponente del Carroccio va ”ad esempio che regioni come la Sicilia che hanno 26mila forestali pagati da tutti gli italiani”.
La Lega non teme le fughe dal movimento verso il terzo polo, come accaduto ieri per il consigliere comunale di Venezia del Carroccio Marco Zuanich, passato all’Udc. Lo conferma il governatore leghista del Veneto Luca Zaia.    ”Non abbiamo paura – dice -. Siamo abituati a questi via vai. E parla uno che e’ da piu’ di vent’anni in Lega”.
Per Zaia, ”l’importante e’ avere coerenza, quella che noi abbiamo dimostrato portando avanti le nostre idee, battendoci per il federalismo e l’autonomia del Veneto”. Quanto all’ipotesi di alleanze con il terzo polo e con l’Udc in particolare Zaia non lascia spazio a scenari futuribili. ”Abbiamo ben chiaro l’obiettivo e ne discuteremo nel Parlamento del Nord, ne discuteranno le segreterie – sottolinea -. Dico semplicemente che la partita del terzo polo e’ impossibile per quel che ci riguarda”.
E al leader dell’Udc Casini, che si e’ detto pronto a dialogare con la Lega, Zaia risponde: ”lo dice da molto tempo. Diceva anche che gli allevatori sono dei farabutti quando presentavo la mia legge sulle quote latte. Ho visto che pero’ gli allevatori non si sono dimostrati tali”.
La Lega ”e’ sempre pronta alle rivolte, quelle democratiche e pacifiche” e affronta ”con coerenza tutto quello che si ritrova sul campo”, ha risposto Zaia a una domanda sull’ipotesi, avanzata dal segretario veneto del Carroccio Gianpaolo Gobbo, di rivolta fiscale sul pacchetto Monti.
”In questa fase – spiega – dobbiamo difendere i veneti fino in fondo. Il che non vuol dire – precisa – che oggi ci sia una chiamata all’appello, attenderemo di vedere la convocazione del Parlamento del Nord, che e’ l’unica sede in cui si fa sintesi delle idee di tutti gli amministratori”.   ”Piu’ che appoggiare le rivolte fiscali – conclude – vorrei ricordare a tutti che quando c’e’ stata l’alluvione in Veneto ho proposto io il fatto di non pagare piu’ le tasse perche’ non ci davano i soldi”.

Marangoni, oro mondiale di pattinaggio artistico


Corriere della Sera - ‎7 ore fa‎
VENEZIA - Silvia Marangoni, 26enne di Oderzo, si è aggiudicata il titolo mondiale di pattinaggio artistico in singolo, nella specialità inline, ai Campionati mondiali che si stanno svolgendo in questi giorni a Brasilia. L'atleta trevigiana, allenata da ...
La Repubblica

Avvistata una balena al largo di Jesolo «Forse un cucciolo»


Nuova Venezia - ‎17/nov/2011‎
Ha visto l'inconfondibile soffione uscire dalla macchia scura comparsa a pelo d'acqua e non ha avuto dubbi. Era una balena quella che il biologo jesolano Andrea Tomei ha visto martedì mattina al largo di Jesolo. Un esemplare ancora cucciolo, ...

Benzinaio ucciso a coltellate nel Vicentino


Giornale Radio Rai - ‎17 ore fa‎
Il rapinatore ha tentato di farsi consegnare l'incasso, ma la vittima si è opposta ed è scoppiata una colluttazione, durante la quale il malvivente ha colpito il benzinaio tre volte. Il fatto è avvenuto nel tardo pomeriggio, in viale Europa, ...
RAPINE: BENZINAIO UCCISO A COLTELLATE NEL VICENTINO AGI - Agenzia Giornalistica Italia
TGCOM - Quotidiano.net - il Giornale - pianetanews.com

ll Terzo polo in un congresso a Verona


RaiNews24 - ‎1 ora fa‎
"Questo e' l'ultimo governo in grado di far uscire l'Italia dalla crisi. Se dovesse fallire, non fallisce solo il governo Monti ma rischia di fallire l'Italia intera". Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini concludendo il convegno ...
GOVERNO: FINI, SE FALLISCE MONTI FALLISCE L'ITALIA AGI - Agenzia Giornalistica Italia

lunedì 14 novembre 2011

I Piromani chiamati a spegnere l'incendio Italia.

"Misure di emergenza di una tassa sul patrimonio e proprietà, e forse un raid notturno sui depositi bancari,"

"That would rule out the emergency measures of a wealth and property tax, and possibly an overnight raid on bank deposits" 




 Ma ai margini della politica ci sono già quelli che  raffigurano il ​​Commissario Monti - che è in quota da Goldman Sachs, la banca d'investimento, nel suo consiglio di consulenti internazionali - come strumento dei "padroni dell'universo", insieme a Mario Draghi, capo del la Banca centrale europea ed ex dirigente di Goldman Sachs.

   

    
"Questa è la banda di criminali che ci hanno portato a questo disastro finanziario. E 'come chiedere ai piromani di  spegnere l'incendio ", ha commentato Alessandro Sallusti.



 But on the political fringes there are already those portraying Mr Monti – who is listed by Goldman Sachs, the investment bank, on its board of international advisers – as a tool of the “masters of the universe”, along with Mario Draghi, head of the European Central Bank and former Goldman Sachs executive.

    

    “This is the band of criminals who brought us this financial disaster. It is like asking arsonists to put out the fire,” commented Alessandro Sallusti, editor of Il Giornale,  

Il colpo di Stato è riuscito, i banchieri hanno vinto

Il colpo di Stato è riuscito, i banchieri hanno vinto, Berlusconi si è dimesso, credo non ci sia nulla da festeggiare. Monti non è stato eletto dal popolo e non ha l'obbligo di rendergli conto, non ha la preoccupazione di essere rieletto: ci aspetta un periodo di "lacrime e sangue", farà il "lavoro sporco" che nessun partito vuole fare.

Scuole cattoliche, Zaia ai vescovi «Mettiamo in mora lo Stato»

da: Il corriere del veneto.it

Il grande summit


Il governatore alza il tiro con una strategia bilaterale: taglio dei fondi e due ricorsi. Perplessità tra i vescovi. In duemila a Roncade per chiedere tutela


RONCADE (Treviso)— La Regione alza il tiro con lo Stato centrale. E nel giorno di massimo assedio del mondo delle scuole paritarie del Triveneto a Roma e alla Regione per avere i fondi necessari a non far tracollare il sistema delle scuole cattoliche in Veneto, il governatore annuncia una doppia strategia di smarcatura e di attacco a Roma: messa in mora dello Stato per i fondi alle paritarie con ricorso eventuale alla Corte Costituzionale e ricorso contro il Patto di Stabilità. Ce n’è abbastanza per capire che i ricorsi di agosto contro i ticket non sono figli unici e che la Regione ha decisamente voltato pagina con l’ex governo amico e soprattutto col futuro governo tecnico. La scintilla è stata l’agitazione che si respirava sabato mattina nell’auditorium della Cassamarca nella tenuta di Ca’ Tron a Roncade, dove i vescovi del Triveneto avevano arruolato oltre duemila persone per far salire ai più alti gradi la protesta del mondo cattolico, soprattutto veneto, contro un sistema di finanziamenti che sta strozzando le scuole paritarie della regione.
Il grido al governatore Luca Zaia arriva in faccia in «mondovisione »: «Siamo alla fine, presidente! Perché dobbiamo essere sempre noi a pagare?». Sono mesi che a ogni occasione pubblica genitori, insegnanti, laici e religiosi delle scuole paritarie venete assediano Zaia (e i suoi assessori) sui fondi necessari al «sistema veneto» delle scuole religiose per continuare l’attività didattica. E sabato, nell’atmosfera surriscaldata di Ca’ Tron, il presidente del Veneto ha piazzato la sua difesa con annesso attacco al governo centrale: «Mettiamo in mora lo Stato sui fondi alle paritarie del Veneto: diamogli trenta giorni e vediamo se ci sono anche gli estremi per un ricorso alla Corte Costituzionale. I genitori hanno diritto a scegliere, e una scuola aperta a tutti è compito della Repubblica. In questi 18 mesi di governo abbiamo dovuto far fronte alla crisi, non si possono disconoscere gli altri problemi: 142mila persone senza occupazione, 2 giovani su 4 sotto i 30 anni che non studiano e non lavorano: abbiamo cercato di garantire a tutti lo stipendio. Abbiamo anche fatto una delibera sul pensare a ricorrere contro il patto di stabilità».
In particolare, la giunta ha incaricato il costituzionalista Mario Bertolissi di valutare se ci siano gli estremi (e pare che gli estremi ci siano) per fare un ricorso contro premi e sanzioni del patto di stabilità contenuti nel decreto 149 del 2011. Il teatro dello sfogo del governatore è stata la II Conferenza sulla scuola libera e paritaria e formazione professionale organizzata dai Vescovi del Triveneto. Uno «sfogatoio» delle realtà scolastiche paritarie di Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia sotto l’occhio preoccupato dei vescovi, che in questi mesi hanno dovuto far fronte con economie e appelli al taglio dei fondi o al ritardo registrato nell’ottenerli e che ora sono arrivati al capolinea delle richieste: «La legge che istituiva le paritarie doveva costituire una tappa, non un punto d’arrivo del sistema», ha tuonato monsignor Mariano Crociata, Segretario generale della Cei. Dalla platea il pasdaran don Carlo Velludo se n’è uscito con una «messa in mora anche alla Regione» e i vescovi presenti non hanno reagito in modo così entusiasta alla mossa di Zaia.
«Mi manca la competenza, Zaia ha fatto un’avance piuttosto ardita. Le competenze sono diverse, ce n’è una più culturale e religiosa che attiene a noi, una più politica ed economica che attiene a loro», ha detto il vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti. «Bisogna sentire i giuristi—ha detto monsignor Gianfranco Agostino Gardin — non sono la Corte Costituzionale. Ognuno fa la sua parte e ognuno porta le sue ragioni. Le famiglie sono già spremute come limoni e la Chiesa cosa può fare? Vendere le chiese?». Mentre più preciso è monsignor Beniamino Pizziol, vescovo di Vicenza: «Mi sarei aspettato una condivisione dell’orizzonte di monsignor Crociata sul significato della pluralità e della libertà dell’insegnamento, lasciando allo Stato le indicazioni sui contenuti. Invece in questo momento di difficoltà diamo sempre agli altri la responsabilità delle cose».
Sara D’Ascenzo
14 novembre 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA

domenica 13 novembre 2011

Intervista a Marco Pizzuti - Il Gruppo Bilderberg

ILLUMINATI : Tremonti Confessa la Massoneria

Borghezio sul Club Bilderberg e la Trilateral Commision

il ministro Tremonti dovrebbe essere arrestato!

"Quasi colpo di stato" guidato da Napolitano, Monti, UE, club bilderberg.

Berlusconi si è dimesso da presidente del Consiglio. Ha lasciato Palazzo Chigi ma dice anche a Napolitano di condividere affatto che l’esecutivo Monti stia nascendo di fatto «contro» la maggioranza che è uscita dalle urne. E cioè contro Pdl e Lega. Monti ha una sola idea in testa: un governo tecnico tout court e nessun vincolo. Quasi un colpo di Stato, si sfoga il premier con un suo ministro. Il capo dello Stato ha preteso la testa del Cavaliere al massimo entro l’ora di cena. E così è stato. Vogliono il mio appoggio e i voti del Pdl - è il senso dei  ragionamenti di Sivio Berlusconi - ma pretendono che noi non si abbia voce in capitolo su nulla. E ancora: abbiamo le mani legate dai mercati, ma è chiaro che non possiamo fidarci e che il Pdl deve restare unito e, se necessario, pronto a staccare la spina a questi burocrati.
da il giornale.it


YAOO Finanza
New York - Uno degli argomenti principali trattati nell'ultima riunione del gruppo del club dei potenti di Bilderberg, svolta il 9-12 giugno 2011 a Saint Moritz in Svizzera, pare sia stata "la liquidazione dell'Europa".

Come raccontanto dal direttore generale della Deutsche Bank J. Akkerman, tra i membri fissi della lobby che punta a istaurare un nuovo ordine mondiale........"prolungamento artificioso della crisi allo scopo di indebolire le economie nazionali.


Una delle colpe maggiori del continente e' avere 400 milioni di persone che vivono con standard di vita troppo alti e costosi per lo stato (vedi sistema di sussistenza e servizi sociali). Per combattere tali privilegi l'idea e' scatenare "un caos gestito" derivante sarebbe "utile non solo per screditare i politici, ma l'istituzione della statualita' come tale", che la plutocrazia considera il suo nemico principale.
 
..........

Ecco la lista ufficiosa dei partecipanti, divisa per paese, all'ultimo meeting del Bildeberg, che WSI aveva gia' pubblicato in giugno..... (omissis)......

Goldman Sachs International Italy Bernabe', Franco, CEO, Telecom Italia SpA Elkann, John, Chairman, Fiat S.p.A. Monti Mario, President, Univers Commerciale Luigi Bocconi Scaroni, Paolo, CEO, Eni S.p.A. Tremonti, Giulio,

-----------(omissis)........

schiza su sto stramboto
http://it.finance.yahoo.com/notizie/Il-club-dei-potenti-wallstreetitalia-4105765786.html?x=0


Mario Monti , in questi giorni , per "meriti" è stato anche onorato e insignito di seggio senatoriale a vita da parte di Napolitano. 400 milioni di europei aspettano ansiosi di essere tagliati dai "privilegi". No avranno più l'auto blu, l'autista, la prebenda di mensile da  4.000 a 14.000 €uro al mese, l'uso gratuito di infiniti servizi, dagli aerei, ai ristoranti, dai teatri, agli stadi, dal dentista alla massaggiatrice. Lavorate gente, lavorate, che ai porti franchi ci sono già loro.

venerdì 11 novembre 2011

“Mario Monti, fa parte del Bilderberg Group”

La sera del 9 novembre scorso, per la prima volta in televisione durante il TG1 di prima serata, è stata detta una cosa, mentre si parlava di Mario Monti, novello senatore a vita e forse prossimo Premier di transizione del Governo Italiano. La cosa detta è stata “Mario Monti, fa parte del Bilderberg Group”.

di Emilia Urso Anfuso (sito) 
da Agoràvox.it.

http://www.agoravox.it/Mario-Monti-Bilderberg-ed-il-Nuovo.html?pagina=1

mercoledì 9 novembre 2011

Alluvionati 1 e 2 novembre 2010: LETTERA DI ZAIA AI VENETI SUI PROBLEMI DELLA SICUR...

Alluvionati 1 e 2 novembre 2010: LETTERA DI ZAIA AI VENETI SUI PROBLEMI DELLA SICUR...: “Care Venete, cari Veneti a un anno dalla disastrosa alluvione che ci ha colpito duramente e avendo sotto gli occhi le immagini della tra...

Il Dr. Trentin lascia il San Bortolo e va a Padova e guerra tra medici e la moglie dell'ex sindaco.

 

Il Dr. Trentin lascia il San Bortolo e va a Padova

SANITÀ. Lascia il reparto di terapia del dolore
07/11/2011
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L'oncologo Leonardo Trentin
Un altro medico lascia il San Bortolo. È Leonardo Trentin, aiuto del reparto di terapia del dolore e cure palliative, un nome molto noto e stimato all'interno dell'ospedale e fra gli addetti ai lavori di una branca, che, grazie al primario Marco Visentin, con il quale collaborava da anni, e grazie a un impegno professionale che gli ha fatto ottenere una serie di riconoscimenti anche internazionali, ha proiettato il nome di Vicenza ai vertici in Italia e all'estero.
Trentin è stato chiamato a Padova allo Iov, l'Istituto oncologico veneto, ma anche Ircss, unico Istituto di ricerca della regione, dove lavora come direttore sanitario un'altra vicentina che al San Bortolo ha lasciato un ottimo ricordo, Maria Giacobbo, e dove il direttore generale, il cattedratico di radiologia dell'università di Padova Pier Carlo Muzzio, sta portando avanti un grosso programma di sviluppo assistenziale e tecnologico.
All'interno dello Iov, che negli ultimi anni ha moltiplicato numeri di pazienti, strutture, apparecchiature e moduli terapeutici, Trentin andrà a dirigere una nuova unità operativa che si occuperà in modo capillare proprio della lotta al dolore e di cure palliative. Per Trentin una promozione per uno sviluppo di carriera in un ambiente sanitario di prestigio e di qualità e, come detto, in forte espansione, anzi destinato ad assumere ancora ulteriore rilievo, ma per Vicenza una grossa perdita, che potrebbe anche mettere in difficoltà l'operatività del reparto diretto da Visentin, che è stato un autentico pioniere di questo ambito specialistico.
Con la partenza di Trentin, che in questi anni, accanto a Visentin, ha non poco contribuito a far crescere la caratura assistenziale e organizzativa del reparto a vantaggio di migliaia di pazienti soprattutto oncologici in fase avanzata, il primario potrà infatti contare solo su tre aiuti medici su un fronte di lavoro che continua registrare una domanda in sensibile aumento, e che, fra l'altro, comprende pure l'hospice, con una dotazione appena cresciuta di due posti-letto, da 6 a 8. F.P.
IL GIORNALE DI VICENZA

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Guerra tra medici e la moglie dell'ex sindaco

DENUNCIA. Una causa civile promossa dal primario di chirurgia Favretti contro un aiuto per il ricovero dell'illustre paziente diventa un caso
Querela per presunti abuso d'ufficio e falsa testimonianza

09/11/2011
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Guerra tra medici e la moglie dell'ex sindaco
Due medici apprezzati, ma ai ferri corti per contrasti professionali, e una paziente eccellente: la moglie del sindaco in carica a fine 2007. Sono i contorni della vicenda giudiziaria innescata dalla causa civile promossa dal prof. Franco Favretti, primario di chirurgia 1, nei confronti dell'aiuto Claudio Faccioni per un'asserita diffamazione. Quale? Davanti alla paziente Lorella Bressanello, moglie dell'allora sindaco e medico Enrico Hüllweck, avrebbe screditato l'operato del superiore. Dal processo, però, si è staccata una costola trasformatasi in indagine penale. La causa infatti è alle battute conclusive, ma in seguito alle numerose testimonianze Faccioni ha querelato Favretti e la teste Bressanello, rispettivamente per un presunto abuso d'ufficio e una falsa testimonianza. L'abuso, da verificare ovviamente, il primario l'avrebbe commesso favorendo la paziente facendole scavalcare la lista d'attesa perché il ricovero non era urgente. Mentre per l'ipotizzata falsa testimonianza, l'arch. Bressanello davanti al giudice avrebbe reso «dichiarazioni false sia in relazione alle modalità con le quali ha avuto accesso al servizio pubblico, sia al colloquio col dr. Faccioni».
Il fasciolo penale è assegnato al pm Cristina Gava. I fatti, allora. Nell'aprile 2008 Faccioni, 54 anni, assistito dall'avv. Daniele Accebbi, è chiamato in causa dal primario Favretti, 64 anni (avv. Michele Orlando e Andrea Bombarda) perché lo avrebbe ingiuriato davanti alla paziente, ricoverata per un piccolo intervento, e pertanto gli chiede soddisfazione: danni per 50 mila euro.
L'arch. Bressanello quando Faccioni avrebbe "sceditato" il primario, spiegandole possibili complicazioni, sarebbe scoppiata a piangere ipotizzando di rinunciare all'operazione, poi eseguita. Un mese dopo la paziente avrebbe inviato una lettera di protesta al reparto contro Faccioni per il trattamento subito. Al processo Faccioni ha contestato la ricostruzione del primario e della paziente spiegando il contesto. Nel gennaio 2008 egli aveva denunciato, assieme ad alcuni colleghi, per mobbing il primario perché proveniente dal reparto di chirurgia 2 diretto dal prof. Ambrosino - imputato di calunnia contro Favretti, per dire l'ambientino -, avrebbe favorito i suoi medici, costringendo Faccioni e i colleghi ad andarsene. Circostanza, peraltro, respinta da Favretti.
Quanto alla causa civile, Faccioni ha contestato la ricostruzione del superiore con le testimonianze. L'infermiera Paola Brogna al giudice ha dichiarato che dopo il colloquio con Faccioni la paziente Bressanello non ebbe alcuna crisi di pianto, precisando che «tali episodi vanno segnalati dalle infermiere alla caposala e che non ci fu alcuna segnalazione». Anche Lisa Bortoloso l'ha confermato, così come la caposala suor Lidiana, che ha escluso notizie di crisi di pianto della moglie del sindaco. La dr. Tiziana Sagazio, invece, ha dichiarato che era amica della paziente e di averla accompagnata dal primario Favretti perché sofferente, senza seguire «la normale trafila amministrativa». E l'impiegata Michela Fabris ha escluso che Bressanello sia transitata dal Cup e dal pronto soccorso. Favretti, tesi di Faccioni, avrebbe agevolato l'illustre paziente che, ricambiando il favore, gli avrebbe dato il destro con la lettera per fargli causa civile. Possibile? L'inchiesta del pm Gava servirà a far piena luce sul caso. Franco Favretti, 64 anni, è uno dei più noti primari del San Bortolo. È al centro di un contenzioso civile e penale con l'aiuto Claudio Faccioni.
Ivano Tolettini
IL GIORNALE DI VICENZA 

venerdì 4 novembre 2011

«Le precipitazioni si stanno spostando sul Ponente».

Ore 17.56, Arpal: «Le precipitazioni si stanno spostando verso il Ponente»
L’Agenzia regionale per la Prevenzione dell’Ambientale Ligure Arpal ha reso noto che l’allerta 2 in Liguria è stata estesa a tutta la regione fino alle ore 12.00 di domenica. L’agenzia ha precisato che a Genova il Bisagno è rientrato nel suo letto, «ma potrebbe tornare a salire». «Le precipitazioni si stanno spostando sul Ponente». Le previsioni dell’Arpal indicano la possibilità di «violenti temporali almeno per altre 48 ore, fenomeni molto intensi e duraturi, con picchi superiori ai 100mm all’ora».