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lunedì 7 giugno 2010

Slovenia e Croazia compongono col referendum dissidio confinario.Manca la voce dei Veneti.

ZAGABRIA - Il presidente croato Ivo Josipovic ha espresso la propria soddisfazione per la vittoria dei sì nel referendum tenuto domenica in Slovenia per il ricorso ad un arbitrato internazionale per risolvere una disputa di confine tra i due paesi. «Il successo del referendum è una vittoria importante per la Slovenia, per la Croazia e per l'Europa», ha sottolineato Josipovic in un comunicato. L'esito del referendum «permetterà ora alla Croazia di concludere i negoziati per l'adesione (alla Ue) senza che siano più ostacolati dai problemi di confine che saranno risolti da un arbitrato internazionale», ha aggiunto. A causa della disputa, la Slovenia, unico paese della ex Jugoslavia attualmente nella Ue, aveva di fatto bloccato i negoziati tra Bruxelles e Zagabria.

I RISULTATI - I cittadini dunque sloveni hanno approvato l'accordo con la Croazia che delega a un arbitrato internazionale la definizione del confine marittimo nel nord Adriatico, nella baia di Pirano. Il referendum ha visto il 51,6% dei votanti esprimersi a favore di un'intesa il cui obiettivo è mettere fine a una disputa che risale al 1991, alla fine della Jugoslavia. L'arbitrato dovrebbe chiudere un contenzioso ventennale che nel 2009 aveva spinto Lubiana a mettere il veto sull'avvio dei negoziati per l'adesione di Zagabria all'Ue. Il referendum ha visto contrapposti il premier Borut Pahor, leader della coalizione di centrosinistra che l'anno scorso ha negoziato l'accordo, e il leader dell'opposizione, Janez Jansa, che ha lamentato che l'intesa non garantisce alla Slovenia un accesso diretto alle acque internazionali nel Golfo di Trieste. L'esito del voto è stato definito «storico» da Pahor, mentre Jansa ha preferito sottolineare che il referendum ha mostrato un Paese «diviso in una materia in cum dovrebbe essere unito».

Redazione online
06 giugno 2010(ultima modifica: 07 giugno 2010)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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