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sabato 28 febbraio 2015

Gli strumenti ad arco a Vicenza a cura Conservatorio Pedrollo

Comune di Vicenza
Biblioteca Civica Bertoliana
Conservatorio di Musica “A. Pedrollo”
hanno il piacere di invitarla a
Gli strumenti ad arco
Sabato 28 febbraio 2015 alle ore 17.00
Palazzo Cordellina - Contra' Riale, 12 – Vicenza
 
Programma:
G.P. Telemann (1681-1767)
http://artecrono.blogspot.it/2015/02/georg-philipp-telemann-magdeburgo-14.html

 Fantasia a violino solo n.9 in Si min.
Siciliana
Vivace
Allegro
  Luigi Dalle Aste, violino (1)
 F. Kreisler (1875-1962)


 Liebeslied per violino e pianoforte

Maria Basso, violino (2)
Chiara Casarotto, pianoforte
F. Kreisler

 "Schon Rosmarine" per violino e pianoforte
     Ludovica Lanaro, violino (2)

F. Kreisler 

"Caprice Viennois" per violino e pianoforte 
Camilla Pedini, violino (2)

J.S. Bach (1685-1750)
dalla Suite n.6 in Re magg. BWV 1012 per violoncello soloPreludio
SarabandaGiga

Piero Bonato, violoncello (3)
E. Bloch (1880-1959)
"Nigun" dalla Suite Baal Shem per violino e pianoforte
Giulia Bà, violino (4)
J.S. Bach
Adagio dalla prima Sonata per violino solo BWV 1001

N. Paganini (1782-1840)Capriccio n. 13
Matteo Graziani, violino (5)

L. Boccherini (1743-1805)
 
Sonata n. 6 in La maggiore
Adagio
Allegro
Affettuoso
Davide Pilastro, violoncello (6)
Pietro Trevisiol, basso continuo
Fabio Sormani, pianoforte
 
  (1) scuola di violino del prof. Fabio Missaggia
(2) scuola di violino del prof. Enrico Balboni
  (3) scuola di violoncello del prof. Gianantonio Viero
  (4) scuola di violino del prof. Stefano Antonello
(5) scuola di violino del prof. Enzo Ligresti
(6) scuola di violoncello del prof. Giovanni Maria Cecchin  

                                  
Ingresso Libero

Il concerto si inserisce nell’iniziativa I Sabati musicali XVI edizione
Per informazioni:
Biblioteca civica Bertoliana - tel. 0444 578202 - email: consulenza@bibliotecabertoliana.it
Conservatorio A. Pedrollo - www.consvi.it - tel. 0444 507551 - email: produzione@consvi.it


lunedì 9 febbraio 2015

RENATO DE PAOLI PRESIDENTE ASSO ARTE

RENATO DE PAOLI  E' IL PRESIDENTE DI ASSO ARTE CON SEDE IN VICENZA.

domenica 1 febbraio 2015

Contesa la casa più cara del mondo. 900 miliardi

Non è bastata la piccola offerta avanzata da una una famiglia per avere la casa d'artista più cara del mondo che si trova a Vicenza e quotata 900 miliardi.
Nulla di fatto a tutt'oggi. le trattative continuano anche se l'offerta è lontana anni luce dalla quotazione.
Al valore commerciale  le banche senza tener conto del voalore artistico storico . L'hanno quotata  poco meno di 300.mila euro.


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Vicenza Centralissimo FORESTERIA  tra Duomo e Piazza Signori appartamento  56 mq. SCALA  IN PIETRA PRETIGIOSA  -PIANO PRIMO - INGRESSO - ANGOLO CUCINA SOGGIORNO - DISIMPEGNO BAGNO - LETTO MATRIMONIALE. ARREDATO SEMIARREDATO O LIBERO DA MOBILI.
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Darsena e porto Fluviale di epoca romana dagli scavi Isola Sparse

da L'Arena: Una darsena e porto Fluviale di epoca romana dagli scavi 

Un porto , approdo fluviale per le imbarcazioni, con tanto di magazzini ed attività di lavorazione del grano, nella Michellorie romana. Il gasdotto dei record Zimella-Cervignano d'Adda (Lodi) continua a restituire tesori agli archeologi. Ancora una volta, com'era successo per gli scavi di Oppeano e Palù, i lavori per la posa del metanodotto più lungo d'Europa hanno dato infatti la possibilità agli studiosi di avanzare ipotesi interessanti sulla storia antica dei paesi delle Isole Sparse . Nel corso del 2014 la società «Snam Rete Gas», che sta finanziando la costruzione del gasdotto da 170 chilometri che parte dalle isole Sparse del veronese e raggiunge il Lodigiano (in Lombardia), ha effettuato la modifica archeologica di un'area di 400 metri quadrati nella frazione di Michellorie.

L'intervento eseguito dalla Snam ha portato alla luce un approdo a ferro di cavallo con magazzini  e attività di lavorazione del grano.

 A sud est del centro di Albaredo. 
I lavori di scavo sono stati compiuti durante la primavera e l'estate dello scorso anno, sotto la direzione della Soprintendenza ai beni archeologici del Veneto, Nucleo operativo di Verona. Coordinatrici del cantiere sono state Chiara Maccani e Silvia Nuvolari, archeologhe della cooperativa «Ante Quem» di Bologna. «Ringrazio sia la ditta che ha compiuto gli scavi, formata da un team molto preparato, sia la Snam per l'apertura al dialogo che ci ha permesso di trovare le soluzioni più congeniali per la gestione di un cantiere su cui è stata fatta un'importante tutela archeologica», commenta Federica Gonzato, funzionario del Nucleo veronese della Soprintendenza.
Durante lo scavo sono emersi resti di ceramiche, frammenti di mattoni e tegole risalenti ai primi secoli dopo Cristo. Si tratta di un sito di età romana, probabilmente con funzioni produttive. L'ipotesi più accreditata, portata avanti dal gruppo di lavoro che sta studiando i ritrovamenti fatti, è che in quella zona vi fosse una darsena a forma di ferro di cavallo che occupava un'area di circa 100 metri quadri. Con ogni probabilità, i lati est e nord erano delimitati da pareti in legno o in mattoni crudi, data la presenza di una fondazione in laterizi, mentre il confine ad ovest e il tratto lungo il canale navigabile erano coperti soltanto da pensiline. Tutto intorno all'ormeggio erano collocati depositi e piccole attività legate al commercio, all'agricoltura e al settore tessile. Prova ne sono una serie di buche di palo di varia grandezza (residui di tettoie per il ricovero merci), sei macine (tre in trachite e tre in porfido rosso), alcune anfore e pesi in terracotta per telai. 
«Se venisse confermata la presenza in loco di un ormeggio per le barche, si tratterebbe di una scoperta davvero significativa, visto che nel Veronese non era stata finora rinvenuta alcuna darsena di età romana», spiega l'ispettore onorario della Soprintendenza Gianni Rigodanzo. «La darsena è una prova dell'importanza della navigazione fluviale per il trasporto di uomini e merci, in una zona ricca d'acqua come la nostra e in un'epoca in cui lo spostamento su strada era molto difficoltoso. Grazie alla rete di canali minori si potevano raggiungere anche le località più remote dell'impero», continua Rigodanzo. Al centro del sito è stato riportato alla luce un pozzo per l'approvvigionamento dell'acqua di falda. Il pozzo, di ottima fattura, è stato costruito tramite il cosiddetto affondamento, una tecnica che prevede l'uso di un anello ligneo che viene inserito nella fossa e via via scavato. Mentre il manufatto si abbassa gradualmente, si sovrappongono gli elementi del rivestimento fino a raggiungere la profondità voluta. Nel fondo del pozzo è stato infine recuperato un vaso per l'acqua ancora integro. 
Paola Bosaro
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