Il Dr. Trentin lascia il San Bortolo e va a Padova
SANITÀ. Lascia il reparto di terapia del dolore07/11/2011
Un altro medico lascia il San Bortolo. È Leonardo Trentin, aiuto del reparto di terapia del dolore e cure palliative, un nome molto noto e stimato all'interno dell'ospedale e fra gli addetti ai lavori di una branca, che, grazie al primario Marco Visentin, con il quale collaborava da anni, e grazie a un impegno professionale che gli ha fatto ottenere una serie di riconoscimenti anche internazionali, ha proiettato il nome di Vicenza ai vertici in Italia e all'estero. Trentin è stato chiamato a Padova allo Iov, l'Istituto oncologico veneto, ma anche Ircss, unico Istituto di ricerca della regione, dove lavora come direttore sanitario un'altra vicentina che al San Bortolo ha lasciato un ottimo ricordo, Maria Giacobbo, e dove il direttore generale, il cattedratico di radiologia dell'università di Padova Pier Carlo Muzzio, sta portando avanti un grosso programma di sviluppo assistenziale e tecnologico.
All'interno dello Iov, che negli ultimi anni ha moltiplicato numeri di pazienti, strutture, apparecchiature e moduli terapeutici, Trentin andrà a dirigere una nuova unità operativa che si occuperà in modo capillare proprio della lotta al dolore e di cure palliative. Per Trentin una promozione per uno sviluppo di carriera in un ambiente sanitario di prestigio e di qualità e, come detto, in forte espansione, anzi destinato ad assumere ancora ulteriore rilievo, ma per Vicenza una grossa perdita, che potrebbe anche mettere in difficoltà l'operatività del reparto diretto da Visentin, che è stato un autentico pioniere di questo ambito specialistico.
Con la partenza di Trentin, che in questi anni, accanto a Visentin, ha non poco contribuito a far crescere la caratura assistenziale e organizzativa del reparto a vantaggio di migliaia di pazienti soprattutto oncologici in fase avanzata, il primario potrà infatti contare solo su tre aiuti medici su un fronte di lavoro che continua registrare una domanda in sensibile aumento, e che, fra l'altro, comprende pure l'hospice, con una dotazione appena cresciuta di due posti-letto, da 6 a 8. F.P.
IL GIORNALE DI VICENZA
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Guerra tra medici e la moglie dell'ex sindaco
DENUNCIA. Una causa civile promossa dal primario di chirurgia Favretti contro un aiuto per il ricovero dell'illustre paziente diventa un casoQuerela per presunti abuso d'ufficio e falsa testimonianza
09/11/2011
Due medici apprezzati, ma ai ferri corti per contrasti professionali, e una paziente eccellente: la moglie del sindaco in carica a fine 2007. Sono i contorni della vicenda giudiziaria innescata dalla causa civile promossa dal prof. Franco Favretti, primario di chirurgia 1, nei confronti dell'aiuto Claudio Faccioni per un'asserita diffamazione. Quale? Davanti alla paziente Lorella Bressanello, moglie dell'allora sindaco e medico Enrico Hüllweck, avrebbe screditato l'operato del superiore. Dal processo, però, si è staccata una costola trasformatasi in indagine penale. La causa infatti è alle battute conclusive, ma in seguito alle numerose testimonianze Faccioni ha querelato Favretti e la teste Bressanello, rispettivamente per un presunto abuso d'ufficio e una falsa testimonianza. L'abuso, da verificare ovviamente, il primario l'avrebbe commesso favorendo la paziente facendole scavalcare la lista d'attesa perché il ricovero non era urgente. Mentre per l'ipotizzata falsa testimonianza, l'arch. Bressanello davanti al giudice avrebbe reso «dichiarazioni false sia in relazione alle modalità con le quali ha avuto accesso al servizio pubblico, sia al colloquio col dr. Faccioni».Il fasciolo penale è assegnato al pm Cristina Gava. I fatti, allora. Nell'aprile 2008 Faccioni, 54 anni, assistito dall'avv. Daniele Accebbi, è chiamato in causa dal primario Favretti, 64 anni (avv. Michele Orlando e Andrea Bombarda) perché lo avrebbe ingiuriato davanti alla paziente, ricoverata per un piccolo intervento, e pertanto gli chiede soddisfazione: danni per 50 mila euro.
L'arch. Bressanello quando Faccioni avrebbe "sceditato" il primario, spiegandole possibili complicazioni, sarebbe scoppiata a piangere ipotizzando di rinunciare all'operazione, poi eseguita. Un mese dopo la paziente avrebbe inviato una lettera di protesta al reparto contro Faccioni per il trattamento subito. Al processo Faccioni ha contestato la ricostruzione del primario e della paziente spiegando il contesto. Nel gennaio 2008 egli aveva denunciato, assieme ad alcuni colleghi, per mobbing il primario perché proveniente dal reparto di chirurgia 2 diretto dal prof. Ambrosino - imputato di calunnia contro Favretti, per dire l'ambientino -, avrebbe favorito i suoi medici, costringendo Faccioni e i colleghi ad andarsene. Circostanza, peraltro, respinta da Favretti.
Quanto alla causa civile, Faccioni ha contestato la ricostruzione del superiore con le testimonianze. L'infermiera Paola Brogna al giudice ha dichiarato che dopo il colloquio con Faccioni la paziente Bressanello non ebbe alcuna crisi di pianto, precisando che «tali episodi vanno segnalati dalle infermiere alla caposala e che non ci fu alcuna segnalazione». Anche Lisa Bortoloso l'ha confermato, così come la caposala suor Lidiana, che ha escluso notizie di crisi di pianto della moglie del sindaco. La dr. Tiziana Sagazio, invece, ha dichiarato che era amica della paziente e di averla accompagnata dal primario Favretti perché sofferente, senza seguire «la normale trafila amministrativa». E l'impiegata Michela Fabris ha escluso che Bressanello sia transitata dal Cup e dal pronto soccorso. Favretti, tesi di Faccioni, avrebbe agevolato l'illustre paziente che, ricambiando il favore, gli avrebbe dato il destro con la lettera per fargli causa civile. Possibile? L'inchiesta del pm Gava servirà a far piena luce sul caso. Franco Favretti, 64 anni, è uno dei più noti primari del San Bortolo. È al centro di un contenzioso civile e penale con l'aiuto Claudio Faccioni.
Ivano Tolettini
IL GIORNALE DI VICENZA
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