VENEZIA—Nell’aria c’è stridore di forbici. Altissimo. Se la manovra del governo annuncia un doloroso capitolo per gli alti dirigenti della pubblica amministrazione (meno 5% sulla retribuzione per la parte eccedente i 90 mila euro, meno 10% sopra i 130 mila), anche in Regione avanzano i tagliatori di stipendi. Alle porte, infatti, c’è un’intensa stagione di nomine ai vertici della macchina burocratica (i segretari regionali, ciascuno a capo di un settore dell’amministrazione) e degli enti strumentali della Regione: un vasto sottobosco di aziende pubbliche, agenzie e società assortite che dipendono dalla politica. Approfittando della coincidenza, in consiglio regionale si è messo in moto il partito degli sforbiciatori. Lo guida Dario Bond, il capogruppo del Pdl, che ha messo al lavoro gli uffici per approntare una proposta di legge tanto semplice nella forma quanto (potenzialmente) rivoluzionaria nei contenuti: un taglio del 20% ai compensi dei top manager della galassia regionale. «Proprio così - conferma Bond - gli stipendi vanno ridotti almeno del 20%. E non lo dico perché adesso fa notizia tutto ciò che riguarda i costi della politica. Ne parlo perché abbiamo un progetto ben preciso per utilizzare i soldi risparmiati».
Eccolo, il progetto. Secondo i calcoli - eseguiti prudentemente per difetto - del Pdl, una contrazione del 20% produrrebbe, nel corso della legislatura, un «tesoretto » di oltre 5 milioni. «Quei soldi dovrebbero andare in un fondo vincolato - spiega Bond - per azionare una leva finanziaria a favore delle piccole imprese del Veneto, coinvolgendo nell’operazione una o più banche locali. Con 5 milioni garantiti dalla Regione si possono mettere in moto contributi per 50: siccome la nostra finanziaria, Veneto Sviluppo, delle Pmi non si occupa, lo faccia direttamente la Regione». Per avere un’idea, anche quantitativa, di cosa significhi tutta la partita, può essere utile dare una scorsa al grafico qui a destra. Sono riportate le principali voci di spesa, in termini di compensi, dell’ampio assortimento di enti, aziende, Unità sanitarie e Spa a controllo regionale. Gli stipendi più consistenti sono quelli dei direttori generali delle Usl, dell’Arpav e di Avepa, che valgono 154-156 mila euro all’anno (con possibilità di ulteriore integrazione come premio di risultato). In assoluto, però, il compenso più alto (160 mila euro) è quello riconosciuto all’amministratore delegato di Veneto Strade, Silvano Vernizzi, che è anche il massimo dirigente regionale del settore mobilità e infrastrutture. «Oggi parliamo di emolumenti - chiude Dario Bond - ma è solo la prima puntata. La seconda, riguarderà la verifica degli enti utili e di quelli inutili ». E giù di mannaia.
Alessandro Zuin
31 maggio 2010
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