Mi sento di appoggiare con tutto il cuore i fratelli Riondato, nobili idealisti, bravi ragazzi, candidi nell'animo. Chi attribuisse loro intenti e comportamenti di bassa caratura è certamente in mala fede e mira alla distruzione dell'idea di restituire dignità al popolo veneto.
Colgo, anzi, l'occasione per finalmente comunicare lo sgomento con cui apprendo ogni giorno delle gravi fratture che colpiscono il fronte indipendentista.
Solo un enorme grado di stupidità può condurre a risultati tanto meschini e mortificanti. Ricordino bene i responsabili che saranno additati come fieri avversari dello sforzo di ricostituire l'entità marciana. Consiglio loro, se intendono fregiarsi dell'appellativo di gentiluomini, di rimettere ad un collegio arbitrale di Pregadi, costituito da uomini probi, di loro scelta e totalmente estranei al loro conflitto, la definizione delle loro contese, accettandone poi il verdetto senza condizioni per porsi con umiltà al servizio della Patria. In caso contrario, se insistono a ricorrere alle autorità italiane di pubblica sicurezza o giudiziaria, mostreranno a tutti con chiarezza di essere nemici del popolo veneto e di volerne affossare dignità ed aspirazioni.
La Repubblica mise sempre al bando il culto della personalità, curando solo l'interesse superiore dello Stato. Non così i genovesi che dovettero la loro rovina - nonostante l'indicibile potenza economica e militare - alla frammentazione in fazioni. I Padri Veneti additano con chiarezza la strada dell'unità e dell'interesse superiore della Patria. La situazione attuale non è degna del nome Veneto.
Il nuovo anno veneto, dal primo marzo, potrebbe essere l'occasione della svolta.
Prego chi abbia a cuore l'intera questione di diffondere questo appello e di perorarne il contenuto.
Renzo Fogliata
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