Si susseguono da un paio di mesi minacce al portavoce di Xoventù Independentista, Mirto Giacomo. Dopo alcuni sms minatori ricchi di insulti contro di lui e contro la battaglia indipendentista intrapresa, siamo passati alle minacce di morte apparse sul social network “facebook” come commento ad un link postato da un utente.
Lui non si lascia intimorire e comunica che: “Queste minacce sono per me medaglie al petto, vedere l’astio che gli italiani hanno nei miei confronti grazie a una politica chiara ferma e decisa a favore dell’indipendenza del Veneto dall’Italia, non ha prezzo. Abbiamo manifestato a Venezia e mentre i turisti italici ci ricoprivano di insulti, i negozianti veneziani ci plaudivano. Siamo sulla strada giusta.” Ha infine affermato: “Ho sempre fatto politica mettendoci la faccia e sempre lo farò”.
Concludiamo inviando tutti i veneti che subiscono insulti o angherie a causa della loro indole politica a farcelo presente. Il razzismo italiano nei nostri confronti va fermato.
W San Marco
Direttivo Xoventù Independentista.
www.xoventuindependentista.org
( clicca sul link per vedere l'articolo:
http://www.xoventuindependentista.org/?p=1263
)
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lunedì 26 aprile 2010
PEC POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA OBBLIGO PER LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
Caro Ministro Brunetta ha fatto una bella cosa. Io in questo momento sto facendo la prassi per richiederla. Peccato che il sito di iscrizione sia: o intasato dalle richieste, o obsoleto e quindi si verifica il time out.
A partire dal 26 aprile per richiedere l'attivazione del servizio di Pec basterà collegarsi al portale www.postacertificata.gov.it (attivo anche il numero verde 800.104.464 e da rete mobile 199.135.191); dopo la registrazione sarà poi necessario recarsi in un ufficio postale abilitato per l'identificazione e la certificazione della firma. Ad oggi sono oltre 80mila le caselle certificate richieste dai cittadini, grazie alla sperimentazione avviata a fine settembre 2009 da Aci e Inps; mentre sono oltre 12.500 le Pec attivate dalle Pubbliche amministrazioni centrali e locali, soprattutto al nord. L'obbligo di dotarsi di Pec riguarda anche professionisti e imprese.
A partire dal 26 aprile per richiedere l'attivazione del servizio di Pec basterà collegarsi al portale www.postacertificata.gov.it (attivo anche il numero verde 800.104.464 e da rete mobile 199.135.191); dopo la registrazione sarà poi necessario recarsi in un ufficio postale abilitato per l'identificazione e la certificazione della firma. Ad oggi sono oltre 80mila le caselle certificate richieste dai cittadini, grazie alla sperimentazione avviata a fine settembre 2009 da Aci e Inps; mentre sono oltre 12.500 le Pec attivate dalle Pubbliche amministrazioni centrali e locali, soprattutto al nord. L'obbligo di dotarsi di Pec riguarda anche professionisti e imprese.
domenica 25 aprile 2010
PEC POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA PER L'INPDAP ISTITUTO NAZIONALE PENSIONI DIPENDENTI AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
Roma 23 apr. (Labitalia) - Anche l'Inpdap aderisce alla rivoluzione digitale promossa dal governo che vuole semplificare e rendere più trasparente la comunicazione tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione fin dal prossimo 26 aprile, mediante l'uso gratuito di una casella di Posta Elettronica Certificata (Pec). Inpdap ha, infatti, pubblicato gli indirizzi di Pec delle proprie strutture, Direzioni Regionali, Provinciali, Direzioni Centrali sul proprio sito istituzionale e sull'Indice della PA (siti web www.indicepa.gov.it, e www.paginepecpa.gov.it) che raccoglie e mette a disposizione dei cittadini e delle imprese gli indirizzi di Pec delle unità organizzative di tutta la P.A., costituendo una sorta di 'pagine gialle' della Pubblica Amministrazione.
Inpdap sta inoltre dotando di Pec anche tutti i professionisti iscritti a un albo che operano nell'Istituto, come previsto dalla normativa. Gli indirizzi di Pec Inpdap sono consultabili selezionando il logo 'Posta Elettronica Certificata' presente sulla home page del sito web www.inpdap.gov.it e poi selezionando l'ufficio cui si vuole inoltrare il messaggio.
Inpdap sta inoltre dotando di Pec anche tutti i professionisti iscritti a un albo che operano nell'Istituto, come previsto dalla normativa. Gli indirizzi di Pec Inpdap sono consultabili selezionando il logo 'Posta Elettronica Certificata' presente sulla home page del sito web www.inpdap.gov.it e poi selezionando l'ufficio cui si vuole inoltrare il messaggio.
SVIZZERA PREPARAVANO UN ATTENTATO
Milano - (Adnkronos) - Sono accusati di approvvigionamento, occultamento, trasporto e tentato uso di materie esplosive. Si tratterebbe di "compagni anarchici" da anni attivi nelle lotte ecologiste radicali.
L'arresto, avvenuto il 15 aprile, è avvenuto vicino Zurigo.
"Il 15 aprile in Svizzera sono stati arrestati Costa, Silvia e Billy. La notizia del loro arresto è arrivata in Italia due giorni dopo, tutt'oggi non si conoscono precisamente i capi d'accusa e per quanto riguarda Costa e Silvia non ci sono notizie certe di dove sono trattenuti", si legge in un comunicato sul sito informa-azione.info. Si tratta di Costantino Ragusa, Silvia Guerini e Luca Bernasconi, detto Billy.
L'arresto, avvenuto il 15 aprile, è avvenuto vicino Zurigo.
"Il 15 aprile in Svizzera sono stati arrestati Costa, Silvia e Billy. La notizia del loro arresto è arrivata in Italia due giorni dopo, tutt'oggi non si conoscono precisamente i capi d'accusa e per quanto riguarda Costa e Silvia non ci sono notizie certe di dove sono trattenuti", si legge in un comunicato sul sito informa-azione.info. Si tratta di Costantino Ragusa, Silvia Guerini e Luca Bernasconi, detto Billy.
Strage nel mantovano
Paura nel Mantovano, uomo spara da auto e fa una strage: tre morti e due feriti
Milano - (Adnkronos/Ign) - Le vittime sono l'ex compagna, un agricoltore, con il quale pare avesse un contenzioso, e una vicina di casa. E' caccia all'assassino. Il sindaco di Volta Mantovana: ''Sconvolto da gesto imprevedibile''. Associazione matrimonialisti: ''In Italia un omicidio in famiglia ogni 2 giorni''
Milano - (Adnkronos/Ign) - Le vittime sono l'ex compagna, un agricoltore, con il quale pare avesse un contenzioso, e una vicina di casa. E' caccia all'assassino. Il sindaco di Volta Mantovana: ''Sconvolto da gesto imprevedibile''. Associazione matrimonialisti: ''In Italia un omicidio in famiglia ogni 2 giorni''
VENETI RIUNION A GRISIGNAN
CONSIGLIO RE. VENETO
25 aprile 2010 a Grisgnan de Zoco nel Visentin riunion dei Veneti e i grupi d'intorno. Presiedua da Patrik Riondato la riunion la visto l'a presenza de tante persone che a fato el punto dela situazion dopo i piasè de 22.000 voti ciapè.
Presente Albert Gardin, par Indipendenza Veneta, è vegnuo anche a portar i so saludi Bobo Sartore dela Liga Veneta republica. Le Isole Sparse ben rapresentà da Marangon e Lidia a ciapà la parola par dir la so posizion. Po sa votà diverse mozion con l'impegno de caterse presto e ben. Par i zoeni a parlà Giacomo Mirto, che a parecià tante iniziative par i zoeni a scumiziar dal star insieme stistà tri quatro giorni. Adesion comprese dai disdoto e i vintisete anni. Presente anca Bertolaso del partito Nord Est che l'è riusio a portar Fogiato drento el consilio regional Veneto.Presente Massimo Busato rapresentate de Pnv a ridito par ci no lo savea che Busato l'è dimisionario e che bisogna ciapar in man danovo sta discusion e sto confronto par ndar avanti e farse piasè forti.
SCRIVE MASSIMO BUSATO A PROPOSITO DEL SO INTERVENTO A GRISIGNAN PAR PNV
ciao Renato....
gò ricordà che el nostro segretario lè dimissionario e
che el Pnv lè in fase precongressuale e i organi in carica i gà el conpito specifico indicà dal statuto de disbrigar le facende ordinarie. Che Marti ghe sarà na riunion de insediamento dela comission, la quale la gavarà el compito de scumiziar na atività de confronto e relasion co altre forse venete (a scominsiar dal PdV).
P.S. de Renato
Voria zontar che gh'era anca Francesco Faleza che l'è sta el segretario organizativo e la fato un gran laoro e l'è itervegnuo anca lù.
25 aprile 2010 a Grisgnan de Zoco nel Visentin riunion dei Veneti e i grupi d'intorno. Presiedua da Patrik Riondato la riunion la visto l'a presenza de tante persone che a fato el punto dela situazion dopo i piasè de 22.000 voti ciapè.
Presente Albert Gardin, par Indipendenza Veneta, è vegnuo anche a portar i so saludi Bobo Sartore dela Liga Veneta republica. Le Isole Sparse ben rapresentà da Marangon e Lidia a ciapà la parola par dir la so posizion. Po sa votà diverse mozion con l'impegno de caterse presto e ben. Par i zoeni a parlà Giacomo Mirto, che a parecià tante iniziative par i zoeni a scumiziar dal star insieme stistà tri quatro giorni. Adesion comprese dai disdoto e i vintisete anni. Presente anca Bertolaso del partito Nord Est che l'è riusio a portar Fogiato drento el consilio regional Veneto.Presente Massimo Busato rapresentate de Pnv a ridito par ci no lo savea che Busato l'è dimisionario e che bisogna ciapar in man danovo sta discusion e sto confronto par ndar avanti e farse piasè forti.
SCRIVE MASSIMO BUSATO A PROPOSITO DEL SO INTERVENTO A GRISIGNAN PAR PNV
ciao Renato....
gò ricordà che el nostro segretario lè dimissionario e
che el Pnv lè in fase precongressuale e i organi in carica i gà el conpito specifico indicà dal statuto de disbrigar le facende ordinarie. Che Marti ghe sarà na riunion de insediamento dela comission, la quale la gavarà el compito de scumiziar na atività de confronto e relasion co altre forse venete (a scominsiar dal PdV).
P.S. de Renato
Voria zontar che gh'era anca Francesco Faleza che l'è sta el segretario organizativo e la fato un gran laoro e l'è itervegnuo anca lù.
mercoledì 21 aprile 2010
CALCIOPOLI
Nasce una nuova Calciopoli
Sportal - 13 minuti fa
Era nell'aria, ora è ufficiale. La procura della Federcalcio italiana, guidata da Stefano Palazzi, ha aperto una nuova indagine su Calciopoli. L'inchiesta nasce in riferimento "al nuovo filone di intercettazioni".
Sportal - 13 minuti fa
Era nell'aria, ora è ufficiale. La procura della Federcalcio italiana, guidata da Stefano Palazzi, ha aperto una nuova indagine su Calciopoli. L'inchiesta nasce in riferimento "al nuovo filone di intercettazioni".
lunedì 19 aprile 2010
La memoria e l'identità di una città? Vicenza
La memoria e l'identità di una città?
A volte la si può raccontare con un'opera d'arte. A volte a parlare può essere la voce del pubblico.
"Potere di ricordare - Power of recall", l'opera d'arte pubblica ideata da Stefano Cagol, è speciale per questo.
Perché è riuscita a coinvolgere centinaia di vicentini, che hanno segnalato e proposto i nomi di chi, a loro giudizio, rappresenta l'identità di Vicenza o ne ha incrociato la storia.
La scelta del pubblico è visibile nell'opera led luminosa installata in Piazza dei Signori, dove resterà esposta sino all'8 maggio.
Ma ora è anche raccolta in un catalogo, che Stefano Cagol presenterà a Vicenza, lunedì 19 aprile, alle 19, nella sede di Viart, in Contrà del Monte 13.
La Fondazione Vignato è lieta di invitarvi: sarà un'occasione per incontrare e conoscere l'artista e alcune delle personalità citate nella sua opera.
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A volte la si può raccontare con un'opera d'arte. A volte a parlare può essere la voce del pubblico.
"Potere di ricordare - Power of recall", l'opera d'arte pubblica ideata da Stefano Cagol, è speciale per questo.
Perché è riuscita a coinvolgere centinaia di vicentini, che hanno segnalato e proposto i nomi di chi, a loro giudizio, rappresenta l'identità di Vicenza o ne ha incrociato la storia.
La scelta del pubblico è visibile nell'opera led luminosa installata in Piazza dei Signori, dove resterà esposta sino all'8 maggio.
Ma ora è anche raccolta in un catalogo, che Stefano Cagol presenterà a Vicenza, lunedì 19 aprile, alle 19, nella sede di Viart, in Contrà del Monte 13.
La Fondazione Vignato è lieta di invitarvi: sarà un'occasione per incontrare e conoscere l'artista e alcune delle personalità citate nella sua opera.
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sabato 17 aprile 2010
Ciambetti ha incontrato la delegazione di imprenditori guidata dall'onorevole Veneto Argentino Italo Merlo.
(AVN) – Venezia, 16 aprile 2010
L’assessore della Regione del Veneto Roberto Ciambetti ha accolto stamani a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale del Veneto, una delegazione di giovani imprenditori argentini protagonisti del Progetto A.T.I.S. (Argentina Treviso Impresa Sviluppo) coordinato dalla Provincia di Treviso, cofinanziato dalla Regione e teso alla formazione imprenditoriale e allo sviluppo di collaborazioni in campo economico con particolare riguardo al settore vitivinicolo, agrituristico e del turismo rurale.
“Siamo veneti – ha detto agli imprenditori argentini l’assessore Ciambetti - indipendentemente dal nostro passaporto: a voi tutti il saluto del presidente Luca Zaia e il mio personale”. L’assessore ha accolto la delegazione assieme a Diego Vecchiato, direttore delle relazioni internazionali del Veneto, mentre la delegazione argentina era accompagnata dall’onorevole Riccardo Merlo, parlamentare di origini Venete, che guida il Movimento associativo italiani all’estero, e dagli assessori provinciali trevigiani Noemi Zanette e Franco Conte.
“C’è un Veneto che va ben oltre i confini geografici – ha spiegato Ciambetti – ed è quella terra in cui, dall’America del Sud all’Australia e al Canada, i nostri emigranti hanno saputo dar vita a splendide realtà: noi siamo eredi di un popolo straordinario, di una grande storia e condividiamo valori, cultura, spirito di sacrificio e capacità lavorative”. “Non è un caso se in Argentina, grazie soprattutto ai nostri emigranti e grazie anche agli investimenti che molte imprese vitivinicole venete si sia sviluppata una enologia d’avanguardia e di qualità che riesce ad imporsi all’attenzione del mercato. Ciambetti, promotore della legge che stabilisce la celebrazione della Giornata dei Veneti nel Mondo per ricordare l’ epopea dell’emigrazione veneta e per rinsaldare i legami tra le nostre comunità e la terra natìa, ha concluso ricordando un suo concittadino, Domenico Pittarini: “Ultimo poeta in grado di scrivere commedie in pavano, un democratico, costretto nell’Italia sabauda ad emigrare in Argentina dove morì nel 1902. Pittarini è una figura emblematica che ci fa ricordare che noi siamo gli eredi di una grande storia, non solo di una straordinaria tenacia e fantasia imprenditoriale, ma anche di cultura e valori umani: auguro a voi tutti, agli amici della provincia di Treviso che ha avuto quella bella iniziativa, giornate proficue e di intenso quanto utile lavoro”.
L’assessore della Regione del Veneto Roberto Ciambetti ha accolto stamani a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale del Veneto, una delegazione di giovani imprenditori argentini protagonisti del Progetto A.T.I.S. (Argentina Treviso Impresa Sviluppo) coordinato dalla Provincia di Treviso, cofinanziato dalla Regione e teso alla formazione imprenditoriale e allo sviluppo di collaborazioni in campo economico con particolare riguardo al settore vitivinicolo, agrituristico e del turismo rurale.
“Siamo veneti – ha detto agli imprenditori argentini l’assessore Ciambetti - indipendentemente dal nostro passaporto: a voi tutti il saluto del presidente Luca Zaia e il mio personale”. L’assessore ha accolto la delegazione assieme a Diego Vecchiato, direttore delle relazioni internazionali del Veneto, mentre la delegazione argentina era accompagnata dall’onorevole Riccardo Merlo, parlamentare di origini Venete, che guida il Movimento associativo italiani all’estero, e dagli assessori provinciali trevigiani Noemi Zanette e Franco Conte.
“C’è un Veneto che va ben oltre i confini geografici – ha spiegato Ciambetti – ed è quella terra in cui, dall’America del Sud all’Australia e al Canada, i nostri emigranti hanno saputo dar vita a splendide realtà: noi siamo eredi di un popolo straordinario, di una grande storia e condividiamo valori, cultura, spirito di sacrificio e capacità lavorative”. “Non è un caso se in Argentina, grazie soprattutto ai nostri emigranti e grazie anche agli investimenti che molte imprese vitivinicole venete si sia sviluppata una enologia d’avanguardia e di qualità che riesce ad imporsi all’attenzione del mercato. Ciambetti, promotore della legge che stabilisce la celebrazione della Giornata dei Veneti nel Mondo per ricordare l’ epopea dell’emigrazione veneta e per rinsaldare i legami tra le nostre comunità e la terra natìa, ha concluso ricordando un suo concittadino, Domenico Pittarini: “Ultimo poeta in grado di scrivere commedie in pavano, un democratico, costretto nell’Italia sabauda ad emigrare in Argentina dove morì nel 1902. Pittarini è una figura emblematica che ci fa ricordare che noi siamo gli eredi di una grande storia, non solo di una straordinaria tenacia e fantasia imprenditoriale, ma anche di cultura e valori umani: auguro a voi tutti, agli amici della provincia di Treviso che ha avuto quella bella iniziativa, giornate proficue e di intenso quanto utile lavoro”.
Giochi Olimpici: le Isole Venete e ex Venete per le regate.
Le elezioni regionali con il travolgente successo dellla Lega Nord ha rilanciato la voglia di Giochi del Veneto. Luca Zaia, neo-governatore del Veneto vuole appunto la candidatura per i Giochi. Il governo deve accettare il progetto dei Veneti. E la Lega, in questo momento, è l'alleato più forte del premier. Intanto la commissione tecnica del Coni è al lavoro, e non potrà non considerare che Roma le Olimpiadi le ha già avute nel 1960. La Venexia ha i numeri e sta presentando ufficialmente la candidatura al Cio, il Comitato olimpico internazionale. I cinque cerchi devono venire in Laguna e il Coni, deve dare semaforo verde.
La Lega così forte, non vuole ostacoli, nella corsa verso il 2020. La candidatura veneta è la più competitiva a livello internazionale. Ma se a Roma e dintorni vuol mettere in secca gli equipaggi della grande endolaguna delle Isole della Venaxia, c'è qualcuno che rema a favore per irrobustire la candidatura. Meglio l'alleanza dello scontro, dunque. Collaboratori del Governatore Veneto, rivelano che stanno valutando dunque l'ipotesi di mettere a punto una strategia per trovare un accordo con Zagabria e le nazioni rivierasche dell'Adriatico. E in realtà il progetto potrebbe essere più ampio. Il Cio impone che la candidatura faccia capo a una sola città e Venezia s'è fatta avanti. Ma non è esclusa la «delocalizzazione» di alcuni eventi.Le Isole della Venexia potrebbe cedere il tiro al piattello, ma anche qualche evento in Istria e Dalmazia per cementare l'idea della Olimpiadi dell'arte Venexa. E perché diventino i Giochi della solidarietà, c'è anche la possibilità di devolvere i ricavati di qualche competizione all'Aquila e Haiti, per dare spinta alla ricostruzione delle zone terremotate. L'idea dell'asse ISole Sparse Venexia, Croazia, Slovenia, Montenegro, Serbia,Albania, Grecia dovrebbe essere presentata informalmente nei prossimi giorni. Se arriverà l'ok politico, allora l'idea sarà illustrata anche al Coni e poi il fronte Veneto dialogherà con tutti. Per tendere il ponte da Pola alla grande Endolaguna.
La Lega così forte, non vuole ostacoli, nella corsa verso il 2020. La candidatura veneta è la più competitiva a livello internazionale. Ma se a Roma e dintorni vuol mettere in secca gli equipaggi della grande endolaguna delle Isole della Venaxia, c'è qualcuno che rema a favore per irrobustire la candidatura. Meglio l'alleanza dello scontro, dunque. Collaboratori del Governatore Veneto, rivelano che stanno valutando dunque l'ipotesi di mettere a punto una strategia per trovare un accordo con Zagabria e le nazioni rivierasche dell'Adriatico. E in realtà il progetto potrebbe essere più ampio. Il Cio impone che la candidatura faccia capo a una sola città e Venezia s'è fatta avanti. Ma non è esclusa la «delocalizzazione» di alcuni eventi.Le Isole della Venexia potrebbe cedere il tiro al piattello, ma anche qualche evento in Istria e Dalmazia per cementare l'idea della Olimpiadi dell'arte Venexa. E perché diventino i Giochi della solidarietà, c'è anche la possibilità di devolvere i ricavati di qualche competizione all'Aquila e Haiti, per dare spinta alla ricostruzione delle zone terremotate. L'idea dell'asse ISole Sparse Venexia, Croazia, Slovenia, Montenegro, Serbia,Albania, Grecia dovrebbe essere presentata informalmente nei prossimi giorni. Se arriverà l'ok politico, allora l'idea sarà illustrata anche al Coni e poi il fronte Veneto dialogherà con tutti. Per tendere il ponte da Pola alla grande Endolaguna.
venerdì 16 aprile 2010
Indipendenza Corsa
Per il leader della Corsica Libera, la crisi può essere raggiunto solo attraverso una soluzione politica della questione della Corsica
Con l'ultima tornata elettorale il partito indipendentista conquista il 9,85%, con più di 14.000 voti e 4 candidati eletti. Corsica Libera riesce ad essere presente all'Assemblea di Corsa. I 15 eletti nazionalisti, tutte le tendenze sono rappresentate nella nuova maggioranza di sinistra che si è formata sull'isola. Essi sperano siano accolte le loro richieste di base.
Quali analisi si può fare con i risultati elettorali territorialiali?
Innanzitutto, mi permetta di ribadire il nostro ringraziamento alle migliaia di Corsi che ci hanno dato la loro fiducia. Per quanto riguarda l'analisi del sondaggio, oltre il "supplente", il cui scopo è quello di verificare, il fattore principale sembra essere il risultato dei nazionalisti. Per quanto riguarda in particolare la Corsica Libera, che ha raggiunto il 7% . Gli autori di questa manovra, ei loro sponsor, sono costati molto: siamo venuti fuori da questa elezione ha notevolmente rafforzato.
Con un punteggio nazionalisti storici sono ora alla pari con le altre forze politiche ...
"Storia" è proprio la parola: il 36% e seggi in quindici anni, la prima opposizione. Quindici seggi, come quello a disposizione della coalizione, se sottraiamo i nove posti 'rubati', cioè a quelle del "bonus" di cui, nonostante la maggior parte della democrazia di base. Il presidente francese aveva detto alcuni mesi fa che i nazionalisti erano più al centro del gioco hanno appena dimostrato di essere più che mai. A Parigi, di trarre tutte le conseguenze.
Corsica Libera raccoglie sul gonfalone solo il 10% dei voti. Le tre squadre che partecipano alla coalizione "ha Femu Corsica (inseminazione, Chjama PNC) è pari a 26%. Noi aggiungiamo i corsi che non sono rappresentati in Assemblea (I Verdi, Manca A). Il Movimento Nazionale, rappresenta una forza notevole. Consapevole delle responsabilità assegnate dal punteggio, la Corsica Libera continuano a lavorare per i nazionalisti sono, nella loro diversità, una forza coesa sui punti essenziali.
La strategia di apertura dei nazionalisti 'moderati' ha dato i suoi frutti?
Il metodo è stato quello di esaminare separatamente accordi con le forze chiamate "tradizionali" ha mostrato i suoi limiti. Nel corso della riunione organizzata dalla "Corsica Femu ha" per Aiacciu tra le due torri, eravamo l'unica lista di sinistra nella corsa per rispondere all'invito. Durante l'elezione del Presidente dell'Assemblea della Corsica, Gilles Simeoni ha vinto solo le voci del suo gruppo e quelli della Corsica Libera ... Ovviamente, niente meno eletti nazionalista si è degnato di afferrare la mano tesa da "un Femu Corsica. Quest'ultimo, nonostante il numero di voti ricevuti nel secondo turno, era in grado di responsabilità che aspirava a fare. E rimane anche oggi il metodo abbiamo sostenuto per mesi: primo lavoro tra i nazionalisti di diventare il motore del cambiamento, poi una seconda volta, discutere con tutti gli altri rappresentanti del popolo corso.
Se tu fossi stato unito al primo turno o al secondo, pensi che avresti potuto vincere queste elezioni?
La spinta causata da una lista comune per tutti i nazionalisti avrebbe potuto creare una sorpresa ancora più grande di quello che abbiamo conosciuto. In tale configurazione, tutte le speranze erano. Ora, piuttosto che concepire di rammarico, deve guardare al futuro ...
Tra il secondo e il terzo round di negoziati si sono svolti tra la destra e nazionalisti, che cosa ne pensi, sei stato coinvolto e che cosa è stata la tua posizione?
A mia conoscenza, nessuna proposta concreta è stata fatta con una delle due liste nazionalisti. In ogni caso, non è chiaro cosa si potrebbe fare, se non per prendere in prestito le strade particolarmente pericolose. Che da parte nostra non abbiamo mai considerato facendo.
Che il successo elettorale Avrà ripercussioni vostre rivendicazioni, o la vostra strategia politica?
Sul contenuto delle nostre richieste, non ci sarà alcun cambiamento. Abbiamo un piano preciso. Siamo ora il compito di difendere. Tuttavia, la nostra posizione è migliorata in modo significativo. La situazione creata dal risultato elettorale ci consente di essere particolarmente offensivo su questioni che sono cari al nostro cuore, terra, lavoro, cittadinanza, lingua, prigionieri ... Per cominciare, abbiamo introdotto, come promesso, la nostra proposta sul organizzazione prima dell'estate, "Focus sulla terra e gli alloggi. Ricordiamo che tra le due torri, il signor Giacobbi ha riconosciuto la nostra richiesta e ha promesso di intervenire in caso di responsabilità di accesso. Si sta ora sperimentando. Resta per lui mantenere la parola.
Con questi risultati, l'equilibrio di potere che non ha mosso tra Parigi e la Corsica?
Occorre essere realisti: le cose sono difficili e non siamo abituati a mostrare spavalderia. Tuttavia, è chiaro che l'equilibrio di potere è cambiata significativamente.
Come interpretate queste chiamate di porre fine alla lotta armata? Il tempo è venuto, come auspicato da alcuni commentatori?
Corsica Libera è un ente pubblico e non appartiene a lui decidere qualcosa in proposito. Basta osservare che queste chiamate non sembra privo di secondi fini e di calcolo politico. E la fine della lotta armata non sembra oggi essere la priorità della Corsica che hanno molte altre preoccupazioni.
Questo inverno, Mangiare il cuore hanno distribuito 30.000 pasti nei villaggi interni, soprattutto ai pensionati anziani. Nelle aree urbane, con i ristoranti del cuore è non solo i disoccupati ei pensionati, ma sempre di più a basso reddito e alle donne sole con i loro bambini. società corsa tradizionale ripartizione è pieno?
solidarietà familiare, che fa parte dei nostri valori culturali, è diventato sempre più difficile nascondere l'insicurezza che installa. Eppure, in un paese con tutti i beni, con la gente di modeste dimensioni come la nostra, che tutti dovrebbero vivere non solo con dignità, ma comodamente. Corsica si è impoverito dalle politiche folli che sono state prese da Parigi e dei suoi contatti nell'isola. Con queste politiche si romperà, quello che offriamo attraverso il nostro progetto Corsica 21. Ma ora, si consiglia una serie di misure urgenti in materia di accesso al credito, l'occupazione, i livelli di prezzo, l'alloggio, la salute pubblica, studente insicuro ... La questione sociale deve essere al centro preoccupazioni della nuova Assemblea.
Il filosofo Marcel Conche aderito al comitato a sostegno della Corsica Libera per le elezioni del territorio. Qual è il significato di questo approccio ad un grande intellettuale francese per quanto riguarda il vostro movimento?
E 'infatti una sicurezza importante per le nostre idee. Tanto più che questa posizione è attentamente considerato e che Hank è ben lungi dal negare Conche di Francia nel suo libro "Il fondamento della morale" (PUF, 1993-2003), il filosofo prende come punto di partenza per il viaggio verso infatti le idee francesi del tardo Settecento. Contrariamente a quanto molti pensano di Corsica, gli intellettuali veri francesi non sono contrari al nostro movimento. Tuttavia, un presunto "elite" politico-mediatico parigino non riesce a trovare parole abbastanza forti caso della Corsica. Ma credo che il sostegno di Marcel e Albert Memmi offset Conche uno Christophe Barbier ostile il cui ridicolo caricature finalmente confermare la giustezza della nostra causa.
Qual è la posizione del suo gruppo in seno all'Assemblea se Paul Giacobbi ricercare un consenso per una piena attuazione dello statuto o perché no, anche la prospettiva di un nuovo processo di Matignon come?
Nel nostro caso, abbiamo sempre detto che la crisi può essere raggiunto solo attraverso una soluzione politica della questione della Corsica. Inoltre, se un dialogo stava prendendo forma nel tempo a venire, lo facciamo naturalmente la nostra parte a pieno titolo, con la stessa lealtà che abbiamo dimostrato durante il processo di Lionel Jospin. Con la stessa determinazione anche. Un'analisi spassionata della nuova situazione dovrebbe
Guidare Parigi a considerare un processo di decentramento a beneficio della Corsica. Il livello accettabile di voltare la pagina del conflitto sembra essere abbastanza facile da trovare: Cittadinanza corso status di lingua ufficiale, la riconciliazione e la liberazione dei prigionieri ...
Dobbiamo iniziare a discutere di tutto questo Grandval Course. Il nuovo presidente dell'Assemblea ha dichiarato: "In una soma s'acconcierà viaghju. Cerchiamo di accogliere nel segno.
Intervista di Paolo Antonietti in Corsica's Your Weekly Aprile 16, 2010
vvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv
Pour le leader de Corsica Libera, qui reste mobilisé sur les thèmes
qui lui tiennent à cœur, la sortie de crise ne pourra se faire qu’à travers un règlement politique de la question corse
Avec 9,85 % aux dernières Territoriales, plus de 14000 voix et 4 élus. Corsica Libera a réussit son pari d’être présent à l’Assemblée de Corse. Les 15 élus nationalistes, toutes tendances confondues, seront incontournables face à une nouvelle majorité relative de gauche qui entend réformer les politiques insulaires. Ils comptent bien leurs revendications fondamentales.
Quelles analyses faites-vous des résultats de ces élections territoriales ?
Tout d’abord, vous me permettrez de réitérer nos remerciements aux milliers de Corses qui nous ont accordé leur confiance. S’agissant de l’analyse du scrutin, plus que « l’alternance », dont la portée reste à vérifier, l’élément majeur me paraît être le résultat des nationalistes. En ce qui concerne plus spécifiquement Corsica Libera, il n’avait échappé à personne que la barre de 7% avait été instituée pour éliminer notre courant du paysage institutionnel. Les auteurs de cette manœuvre, et leurs commanditaires, en ont été pour leur frais : nous sommes sortis de cette élection considérablement renforcés.
Avec un score historique les nationalistes font à présent jeu égal avec les autres forces politiques…
« Historique » est effectivement le mot : 36% et quinze sièges, soit la première force d’opposition. Quinze sièges, c’est autant que ce dont dispose la coalition au pouvoir, si l’on retranche les neuf sièges « volés », à savoir ceux du « bonus » institué en dépit de la démocratie la plus élémentaire. Le président de la république française avait dit il y a quelques mois que les nationalistes n’étaient plus au centre du jeu. Ils viennent de démontrer qu’ils y sont plus que jamais. À Paris d’en tirer toutes les conséquences.
Corsica Libera rassemble sur sa seule bannière 10% des voix. Les trois formations participant à la coalition « Femu a Corsica » (Inseme, Chjama, PNC) totalisent 26%. Il faut ajouter les formations qui ne sont pas représentées à l’Assemblée (I Verdi, A Manca). Le Mouvement national représente globalement une force considérable. Consciente des responsabilités que lui donne son score, Corsica Libera continuera à œuvrer pour que les nationalistes forment, dans leur diversité, une force cohérente sur l’essentiel.
La stratégie d’ouverture des nationalistes « modérés » a été payante ?
La méthode qui a consisté à rechercher, séparément, des accords avec les forces dites « traditionnelles » a montré ses limites. Lors de la réunion organisée par « Femu a Corsica » à Aiacciu entre les deux tours, nous avons été la seule liste encore en course à répondre à l’invitation. À l’occasion de l’élection du président de l’Assemblée de Corse, Gilles Simeoni n’a obtenu que les voix de son groupe et celles de Corsica Libera… Manifestement, aucun élu autre que nationaliste n’a daigné saisir la main tendue par « Femu a Corsica ». Cette dernière, malgré le nombre de suffrages recueilli au deuxième tour, n’a pu accéder aux responsabilités comme elle ambitionnait de le faire. Reste aujourd’hui la méthode que nous préconisons depuis des mois : travailler d’abord entre nationalistes pour devenir le moteur du changement puis, dans un second temps, discuter avec tous les autres représentants du peuple corse.
Si vous aviez été unis au premier ou au second tour, pensez vous que vous auriez pu gagner ces élections ?
La dynamique provoquée par une liste commune à tous les nationalistes aurait pu engendrer une surprise encore plus grande que celle que nous avons connue. Dans une telle configuration, tous les espoirs étaient permis. À présent, plutôt que de concevoir des regrets, il faut penser à l’avenir…
Entre le deuxième et le troisième tour, des négociations ont été engagées entre la droite et les nationalistes, qu’en pensez vous, étiez vous partie prenante et quelle a été votre position ?
À ma connaissance, aucune proposition précise n’a été formulée auprès de l’une des deux listes nationalistes. En tout état de cause, on voit mal ce qui aurait pu être fait, sauf à emprunter des chemins particulièrement scabreux. Ce que pour notre part nous n’avons jamais envisagé de faire.
En quoi ce succès électoral va-t-il influer sur vos revendications, ou sur votre stratégie politique ?
Sur le contenu de nos revendications, il n’y aura pas de changement. Nous portons un projet clair. Nous sommes à présent mandatés pour le défendre. En revanche, notre position s’est nettement améliorée. La situation créée par le résultat des élections nous permet d’être particulièrement offensifs sur les thèmes qui nous tiennent à cœur : foncier, emploi, citoyenneté, langue, prisonniers… Pour commencer, nous avons déposé, comme promis, notre motion relative à l’organisation, avant l’été, des « Assises du foncier et du logement ». Rappelons-nous qu’entre les deux tours, Monsieur Giacobbi a pris acte de notre demande et s’est engagé à y donner suite en cas d’accès aux responsabilités. Il est à présent en situation. Il ne lui reste plus qu’à tenir parole.
Avec ces résultats, le rapport de force ne s’est-t- il pas déplacé entre Paris et la Corse ?
Il convient de rester réaliste : les choses demeurent difficiles et nous n’avons pas l’habitude de faire preuve de forfanterie. Toutefois, il est évident que le rapport de force a évolué notablement.
Comment interprétez-vous ces appels à la fin de la lutte armée ? Le temps est il venu comme le préconisent certains commentateurs ?
Corsica Libera est une organisation publique et il ne lui appartient pas de décider quoi que ce soit à cet égard. Observons simplement que ces appels ne semblent pas dénués d’arrière pensées et de calculs politiciens. Et que l’arrêt de la lutte armée ne paraît pas être aujourd’hui la priorité des Corses qui ont bien d’autres sujets de préoccupation.
Cet hiver, les Restos du cœur ont distribué 30000 repas dans les villages de l’intérieur, principalement à des vieux retraités. En milieu urbain, l’aide des restos du cœur va non seulement à des chômeurs et à des retraités mais de plus en plus à des salariés à faible revenu et à des femmes seules élevant leurs enfants. La société corse traditionnelle est elle en pleine déstructuration ?
La solidarité familiale, qui fait partie de nos valeurs culturelles, a de plus en plus de mal à cacher la précarité qui s’installe. Pourtant, dans un pays doté de tous les atouts, avec un peuple de dimension modeste comme le nôtre, chacun devrait vivre non seulement dignement mais confortablement. La Corse a été appauvrie par les politiques démentes qui y ont été menées par Paris et ses relais dans l’île. C’est avec ces politiques qu’il faudra rompre, ce que nous proposons à travers notre projet « Corsica 21 ». Mais, dès à présent, nous préconisons un certain nombre de mesures d’urgence concernant l’accès au crédit, l’emploi, le niveau des prix, le logement, la santé publique, la précarité étudiante… La question sociale doit être au cœur des préoccupations de la nouvelle Assemblée.
Le philosophe Marcel Conche a rejoint le comité de soutien de Corsica Libera pour les élections territoriales. Quel est le sens de cette démarche d’un grand intellectuel français à l’égard de votre mouvement ?
Il s’agit effectivement d’une caution précieuse pour nos idées. D’autant que cette position est mûrement réfléchie et que Marcel Conche est loin de renier la France : dans son ouvrage « Le fondement de la morale » (PUF, 1993-2003), le philosophe prend pour point de départ de son cheminement vers la vérité les idées françaises de la fin du XVIIIe siècle. Contrairement à ce que pensent beaucoup de Corses, les vrais intellectuels français ne sont pas défavorables à notre mouvement. En revanche, une prétendue « élite » politico-médiatique parisienne ne trouve pas de mots assez durs lorsqu’il s’agit de la Corse. Je pense toutefois que le soutien de Marcel Conche ou d’Albert Memmi compense largement l’hostilité d’un Christophe Barbier dont les dérisoires persiflages confirment finalement la justesse de notre cause.
Quel sera la position de votre groupe à l’Assemblée si Paul Giacobbi cherche un consensus autour d’une application pleine et entière du statut ou même pourquoi pas dans la perspective d’un nouveau processus comme celui de Matignon ?
En ce qui nous concerne, nous avons toujours affirmé que la sortie de crise ne pourrait se faire qu’à travers un règlement politique de la question corse. Aussi, si un dialogue se dessinait dans les temps à venir, nous y prendrions évidemment toute notre place, avec la même loyauté que celle dont nous avons fait preuve lors de la démarche de Lionel Jospin. Avec la même détermination aussi. Une analyse sereine de la situation nouvelle devrait
conduire Paris à envisager un processus de dévolution au bénéfice de la Corse. Le niveau acceptable pour tourner définitivement la page du conflit me paraît être assez facile à trouver : citoyenneté corse, officialité de la langue, rapprochement puis libération des prisonniers…
Il faut commencer à discuter de tout ça Cours Grandval. Le nouveau président de l’Assemblée a déclaré : « In viaghju s’acconcierà a soma ». Acceptons-en l’augure.
Propos recueillis par Paul Antonietti dans La Corse Votre Hebdo du 16 avril 2010
Con l'ultima tornata elettorale il partito indipendentista conquista il 9,85%, con più di 14.000 voti e 4 candidati eletti. Corsica Libera riesce ad essere presente all'Assemblea di Corsa. I 15 eletti nazionalisti, tutte le tendenze sono rappresentate nella nuova maggioranza di sinistra che si è formata sull'isola. Essi sperano siano accolte le loro richieste di base.
Quali analisi si può fare con i risultati elettorali territorialiali?
Innanzitutto, mi permetta di ribadire il nostro ringraziamento alle migliaia di Corsi che ci hanno dato la loro fiducia. Per quanto riguarda l'analisi del sondaggio, oltre il "supplente", il cui scopo è quello di verificare, il fattore principale sembra essere il risultato dei nazionalisti. Per quanto riguarda in particolare la Corsica Libera, che ha raggiunto il 7% . Gli autori di questa manovra, ei loro sponsor, sono costati molto: siamo venuti fuori da questa elezione ha notevolmente rafforzato.
Con un punteggio nazionalisti storici sono ora alla pari con le altre forze politiche ...
"Storia" è proprio la parola: il 36% e seggi in quindici anni, la prima opposizione. Quindici seggi, come quello a disposizione della coalizione, se sottraiamo i nove posti 'rubati', cioè a quelle del "bonus" di cui, nonostante la maggior parte della democrazia di base. Il presidente francese aveva detto alcuni mesi fa che i nazionalisti erano più al centro del gioco hanno appena dimostrato di essere più che mai. A Parigi, di trarre tutte le conseguenze.
Corsica Libera raccoglie sul gonfalone solo il 10% dei voti. Le tre squadre che partecipano alla coalizione "ha Femu Corsica (inseminazione, Chjama PNC) è pari a 26%. Noi aggiungiamo i corsi che non sono rappresentati in Assemblea (I Verdi, Manca A). Il Movimento Nazionale, rappresenta una forza notevole. Consapevole delle responsabilità assegnate dal punteggio, la Corsica Libera continuano a lavorare per i nazionalisti sono, nella loro diversità, una forza coesa sui punti essenziali.
La strategia di apertura dei nazionalisti 'moderati' ha dato i suoi frutti?
Il metodo è stato quello di esaminare separatamente accordi con le forze chiamate "tradizionali" ha mostrato i suoi limiti. Nel corso della riunione organizzata dalla "Corsica Femu ha" per Aiacciu tra le due torri, eravamo l'unica lista di sinistra nella corsa per rispondere all'invito. Durante l'elezione del Presidente dell'Assemblea della Corsica, Gilles Simeoni ha vinto solo le voci del suo gruppo e quelli della Corsica Libera ... Ovviamente, niente meno eletti nazionalista si è degnato di afferrare la mano tesa da "un Femu Corsica. Quest'ultimo, nonostante il numero di voti ricevuti nel secondo turno, era in grado di responsabilità che aspirava a fare. E rimane anche oggi il metodo abbiamo sostenuto per mesi: primo lavoro tra i nazionalisti di diventare il motore del cambiamento, poi una seconda volta, discutere con tutti gli altri rappresentanti del popolo corso.
Se tu fossi stato unito al primo turno o al secondo, pensi che avresti potuto vincere queste elezioni?
La spinta causata da una lista comune per tutti i nazionalisti avrebbe potuto creare una sorpresa ancora più grande di quello che abbiamo conosciuto. In tale configurazione, tutte le speranze erano. Ora, piuttosto che concepire di rammarico, deve guardare al futuro ...
Tra il secondo e il terzo round di negoziati si sono svolti tra la destra e nazionalisti, che cosa ne pensi, sei stato coinvolto e che cosa è stata la tua posizione?
A mia conoscenza, nessuna proposta concreta è stata fatta con una delle due liste nazionalisti. In ogni caso, non è chiaro cosa si potrebbe fare, se non per prendere in prestito le strade particolarmente pericolose. Che da parte nostra non abbiamo mai considerato facendo.
Che il successo elettorale Avrà ripercussioni vostre rivendicazioni, o la vostra strategia politica?
Sul contenuto delle nostre richieste, non ci sarà alcun cambiamento. Abbiamo un piano preciso. Siamo ora il compito di difendere. Tuttavia, la nostra posizione è migliorata in modo significativo. La situazione creata dal risultato elettorale ci consente di essere particolarmente offensivo su questioni che sono cari al nostro cuore, terra, lavoro, cittadinanza, lingua, prigionieri ... Per cominciare, abbiamo introdotto, come promesso, la nostra proposta sul organizzazione prima dell'estate, "Focus sulla terra e gli alloggi. Ricordiamo che tra le due torri, il signor Giacobbi ha riconosciuto la nostra richiesta e ha promesso di intervenire in caso di responsabilità di accesso. Si sta ora sperimentando. Resta per lui mantenere la parola.
Con questi risultati, l'equilibrio di potere che non ha mosso tra Parigi e la Corsica?
Occorre essere realisti: le cose sono difficili e non siamo abituati a mostrare spavalderia. Tuttavia, è chiaro che l'equilibrio di potere è cambiata significativamente.
Come interpretate queste chiamate di porre fine alla lotta armata? Il tempo è venuto, come auspicato da alcuni commentatori?
Corsica Libera è un ente pubblico e non appartiene a lui decidere qualcosa in proposito. Basta osservare che queste chiamate non sembra privo di secondi fini e di calcolo politico. E la fine della lotta armata non sembra oggi essere la priorità della Corsica che hanno molte altre preoccupazioni.
Questo inverno, Mangiare il cuore hanno distribuito 30.000 pasti nei villaggi interni, soprattutto ai pensionati anziani. Nelle aree urbane, con i ristoranti del cuore è non solo i disoccupati ei pensionati, ma sempre di più a basso reddito e alle donne sole con i loro bambini. società corsa tradizionale ripartizione è pieno?
solidarietà familiare, che fa parte dei nostri valori culturali, è diventato sempre più difficile nascondere l'insicurezza che installa. Eppure, in un paese con tutti i beni, con la gente di modeste dimensioni come la nostra, che tutti dovrebbero vivere non solo con dignità, ma comodamente. Corsica si è impoverito dalle politiche folli che sono state prese da Parigi e dei suoi contatti nell'isola. Con queste politiche si romperà, quello che offriamo attraverso il nostro progetto Corsica 21. Ma ora, si consiglia una serie di misure urgenti in materia di accesso al credito, l'occupazione, i livelli di prezzo, l'alloggio, la salute pubblica, studente insicuro ... La questione sociale deve essere al centro preoccupazioni della nuova Assemblea.
Il filosofo Marcel Conche aderito al comitato a sostegno della Corsica Libera per le elezioni del territorio. Qual è il significato di questo approccio ad un grande intellettuale francese per quanto riguarda il vostro movimento?
E 'infatti una sicurezza importante per le nostre idee. Tanto più che questa posizione è attentamente considerato e che Hank è ben lungi dal negare Conche di Francia nel suo libro "Il fondamento della morale" (PUF, 1993-2003), il filosofo prende come punto di partenza per il viaggio verso infatti le idee francesi del tardo Settecento. Contrariamente a quanto molti pensano di Corsica, gli intellettuali veri francesi non sono contrari al nostro movimento. Tuttavia, un presunto "elite" politico-mediatico parigino non riesce a trovare parole abbastanza forti caso della Corsica. Ma credo che il sostegno di Marcel e Albert Memmi offset Conche uno Christophe Barbier ostile il cui ridicolo caricature finalmente confermare la giustezza della nostra causa.
Qual è la posizione del suo gruppo in seno all'Assemblea se Paul Giacobbi ricercare un consenso per una piena attuazione dello statuto o perché no, anche la prospettiva di un nuovo processo di Matignon come?
Nel nostro caso, abbiamo sempre detto che la crisi può essere raggiunto solo attraverso una soluzione politica della questione della Corsica. Inoltre, se un dialogo stava prendendo forma nel tempo a venire, lo facciamo naturalmente la nostra parte a pieno titolo, con la stessa lealtà che abbiamo dimostrato durante il processo di Lionel Jospin. Con la stessa determinazione anche. Un'analisi spassionata della nuova situazione dovrebbe
Guidare Parigi a considerare un processo di decentramento a beneficio della Corsica. Il livello accettabile di voltare la pagina del conflitto sembra essere abbastanza facile da trovare: Cittadinanza corso status di lingua ufficiale, la riconciliazione e la liberazione dei prigionieri ...
Dobbiamo iniziare a discutere di tutto questo Grandval Course. Il nuovo presidente dell'Assemblea ha dichiarato: "In una soma s'acconcierà viaghju. Cerchiamo di accogliere nel segno.
Intervista di Paolo Antonietti in Corsica's Your Weekly Aprile 16, 2010
vvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv
Pour le leader de Corsica Libera, qui reste mobilisé sur les thèmes
qui lui tiennent à cœur, la sortie de crise ne pourra se faire qu’à travers un règlement politique de la question corse
Avec 9,85 % aux dernières Territoriales, plus de 14000 voix et 4 élus. Corsica Libera a réussit son pari d’être présent à l’Assemblée de Corse. Les 15 élus nationalistes, toutes tendances confondues, seront incontournables face à une nouvelle majorité relative de gauche qui entend réformer les politiques insulaires. Ils comptent bien leurs revendications fondamentales.
Quelles analyses faites-vous des résultats de ces élections territoriales ?
Tout d’abord, vous me permettrez de réitérer nos remerciements aux milliers de Corses qui nous ont accordé leur confiance. S’agissant de l’analyse du scrutin, plus que « l’alternance », dont la portée reste à vérifier, l’élément majeur me paraît être le résultat des nationalistes. En ce qui concerne plus spécifiquement Corsica Libera, il n’avait échappé à personne que la barre de 7% avait été instituée pour éliminer notre courant du paysage institutionnel. Les auteurs de cette manœuvre, et leurs commanditaires, en ont été pour leur frais : nous sommes sortis de cette élection considérablement renforcés.
Avec un score historique les nationalistes font à présent jeu égal avec les autres forces politiques…
« Historique » est effectivement le mot : 36% et quinze sièges, soit la première force d’opposition. Quinze sièges, c’est autant que ce dont dispose la coalition au pouvoir, si l’on retranche les neuf sièges « volés », à savoir ceux du « bonus » institué en dépit de la démocratie la plus élémentaire. Le président de la république française avait dit il y a quelques mois que les nationalistes n’étaient plus au centre du jeu. Ils viennent de démontrer qu’ils y sont plus que jamais. À Paris d’en tirer toutes les conséquences.
Corsica Libera rassemble sur sa seule bannière 10% des voix. Les trois formations participant à la coalition « Femu a Corsica » (Inseme, Chjama, PNC) totalisent 26%. Il faut ajouter les formations qui ne sont pas représentées à l’Assemblée (I Verdi, A Manca). Le Mouvement national représente globalement une force considérable. Consciente des responsabilités que lui donne son score, Corsica Libera continuera à œuvrer pour que les nationalistes forment, dans leur diversité, une force cohérente sur l’essentiel.
La stratégie d’ouverture des nationalistes « modérés » a été payante ?
La méthode qui a consisté à rechercher, séparément, des accords avec les forces dites « traditionnelles » a montré ses limites. Lors de la réunion organisée par « Femu a Corsica » à Aiacciu entre les deux tours, nous avons été la seule liste encore en course à répondre à l’invitation. À l’occasion de l’élection du président de l’Assemblée de Corse, Gilles Simeoni n’a obtenu que les voix de son groupe et celles de Corsica Libera… Manifestement, aucun élu autre que nationaliste n’a daigné saisir la main tendue par « Femu a Corsica ». Cette dernière, malgré le nombre de suffrages recueilli au deuxième tour, n’a pu accéder aux responsabilités comme elle ambitionnait de le faire. Reste aujourd’hui la méthode que nous préconisons depuis des mois : travailler d’abord entre nationalistes pour devenir le moteur du changement puis, dans un second temps, discuter avec tous les autres représentants du peuple corse.
Si vous aviez été unis au premier ou au second tour, pensez vous que vous auriez pu gagner ces élections ?
La dynamique provoquée par une liste commune à tous les nationalistes aurait pu engendrer une surprise encore plus grande que celle que nous avons connue. Dans une telle configuration, tous les espoirs étaient permis. À présent, plutôt que de concevoir des regrets, il faut penser à l’avenir…
Entre le deuxième et le troisième tour, des négociations ont été engagées entre la droite et les nationalistes, qu’en pensez vous, étiez vous partie prenante et quelle a été votre position ?
À ma connaissance, aucune proposition précise n’a été formulée auprès de l’une des deux listes nationalistes. En tout état de cause, on voit mal ce qui aurait pu être fait, sauf à emprunter des chemins particulièrement scabreux. Ce que pour notre part nous n’avons jamais envisagé de faire.
En quoi ce succès électoral va-t-il influer sur vos revendications, ou sur votre stratégie politique ?
Sur le contenu de nos revendications, il n’y aura pas de changement. Nous portons un projet clair. Nous sommes à présent mandatés pour le défendre. En revanche, notre position s’est nettement améliorée. La situation créée par le résultat des élections nous permet d’être particulièrement offensifs sur les thèmes qui nous tiennent à cœur : foncier, emploi, citoyenneté, langue, prisonniers… Pour commencer, nous avons déposé, comme promis, notre motion relative à l’organisation, avant l’été, des « Assises du foncier et du logement ». Rappelons-nous qu’entre les deux tours, Monsieur Giacobbi a pris acte de notre demande et s’est engagé à y donner suite en cas d’accès aux responsabilités. Il est à présent en situation. Il ne lui reste plus qu’à tenir parole.
Avec ces résultats, le rapport de force ne s’est-t- il pas déplacé entre Paris et la Corse ?
Il convient de rester réaliste : les choses demeurent difficiles et nous n’avons pas l’habitude de faire preuve de forfanterie. Toutefois, il est évident que le rapport de force a évolué notablement.
Comment interprétez-vous ces appels à la fin de la lutte armée ? Le temps est il venu comme le préconisent certains commentateurs ?
Corsica Libera est une organisation publique et il ne lui appartient pas de décider quoi que ce soit à cet égard. Observons simplement que ces appels ne semblent pas dénués d’arrière pensées et de calculs politiciens. Et que l’arrêt de la lutte armée ne paraît pas être aujourd’hui la priorité des Corses qui ont bien d’autres sujets de préoccupation.
Cet hiver, les Restos du cœur ont distribué 30000 repas dans les villages de l’intérieur, principalement à des vieux retraités. En milieu urbain, l’aide des restos du cœur va non seulement à des chômeurs et à des retraités mais de plus en plus à des salariés à faible revenu et à des femmes seules élevant leurs enfants. La société corse traditionnelle est elle en pleine déstructuration ?
La solidarité familiale, qui fait partie de nos valeurs culturelles, a de plus en plus de mal à cacher la précarité qui s’installe. Pourtant, dans un pays doté de tous les atouts, avec un peuple de dimension modeste comme le nôtre, chacun devrait vivre non seulement dignement mais confortablement. La Corse a été appauvrie par les politiques démentes qui y ont été menées par Paris et ses relais dans l’île. C’est avec ces politiques qu’il faudra rompre, ce que nous proposons à travers notre projet « Corsica 21 ». Mais, dès à présent, nous préconisons un certain nombre de mesures d’urgence concernant l’accès au crédit, l’emploi, le niveau des prix, le logement, la santé publique, la précarité étudiante… La question sociale doit être au cœur des préoccupations de la nouvelle Assemblée.
Le philosophe Marcel Conche a rejoint le comité de soutien de Corsica Libera pour les élections territoriales. Quel est le sens de cette démarche d’un grand intellectuel français à l’égard de votre mouvement ?
Il s’agit effectivement d’une caution précieuse pour nos idées. D’autant que cette position est mûrement réfléchie et que Marcel Conche est loin de renier la France : dans son ouvrage « Le fondement de la morale » (PUF, 1993-2003), le philosophe prend pour point de départ de son cheminement vers la vérité les idées françaises de la fin du XVIIIe siècle. Contrairement à ce que pensent beaucoup de Corses, les vrais intellectuels français ne sont pas défavorables à notre mouvement. En revanche, une prétendue « élite » politico-médiatique parisienne ne trouve pas de mots assez durs lorsqu’il s’agit de la Corse. Je pense toutefois que le soutien de Marcel Conche ou d’Albert Memmi compense largement l’hostilité d’un Christophe Barbier dont les dérisoires persiflages confirment finalement la justesse de notre cause.
Quel sera la position de votre groupe à l’Assemblée si Paul Giacobbi cherche un consensus autour d’une application pleine et entière du statut ou même pourquoi pas dans la perspective d’un nouveau processus comme celui de Matignon ?
En ce qui nous concerne, nous avons toujours affirmé que la sortie de crise ne pourrait se faire qu’à travers un règlement politique de la question corse. Aussi, si un dialogue se dessinait dans les temps à venir, nous y prendrions évidemment toute notre place, avec la même loyauté que celle dont nous avons fait preuve lors de la démarche de Lionel Jospin. Avec la même détermination aussi. Une analyse sereine de la situation nouvelle devrait
conduire Paris à envisager un processus de dévolution au bénéfice de la Corse. Le niveau acceptable pour tourner définitivement la page du conflit me paraît être assez facile à trouver : citoyenneté corse, officialité de la langue, rapprochement puis libération des prisonniers…
Il faut commencer à discuter de tout ça Cours Grandval. Le nouveau président de l’Assemblée a déclaré : « In viaghju s’acconcierà a soma ». Acceptons-en l’augure.
Propos recueillis par Paul Antonietti dans La Corse Votre Hebdo du 16 avril 2010
Veneto: rimescolamento attorno all'agricoltura.
Luca Zaia neo governatore della Giunta regionale Veneta ha prodotto la giunta regionale più veloce della storia (mentre in Lombardia e Piemonte le trattative sono ancora in pieno svolgimento).
Lo stesso Ministro dell'agricoltura uscente Luca Zaia, sta per attuare una ridistribuzione degli incarichi. La delega all’Agricoltura, attribuita al Pdl, Massimo Giorgetti (fratello maggiore del coordinatore regionale del partito, Alberto)passerà alla Lega Nord che avrà l’agricoltura di Lombardia Piemonte Veneto.
Lo stesso Ministro dell'agricoltura uscente Luca Zaia, sta per attuare una ridistribuzione degli incarichi. La delega all’Agricoltura, attribuita al Pdl, Massimo Giorgetti (fratello maggiore del coordinatore regionale del partito, Alberto)passerà alla Lega Nord che avrà l’agricoltura di Lombardia Piemonte Veneto.
PD SALVALISTE
16 aprile 2010
Il Pd manifesta in piazza contro il decreto salva-liste, riesce a farlo cadere in Parlamento, ma poi fa marcia indietro. E vota una legge che lo ripesca con Pdl e Lega. L'opposizione che si oppone dura meno di 24 ore.
Siore e siori, sempre più difficile! Pur di non opporsi, l’opposizione all’italiana chiamata Pd s’è prodotta ieri in un triplo salto mortale carpiato con avvitamento e scappellamento a destra, un numero mai riuscito né provato prima d'ora. Ricordate il decreto salva-liste che sanava ex post le illegalità nella presentazione delle liste Pdl a Milano e Roma? Bene, era illegale, incostituzionale e inutile. Illegale perché una legge del 1988 vieta i decreti in materia elettorale (onde evitare il rischio che si voti con una regola e poi, se il decreto non viene convertito in legge, quella regola decada dopo il voto e si debba tornare alle urne). Incostituzionale perché sanava solo le irregolarità di alcune liste e non di altre e perché cambiava le regole del gioco a partita iniziata. Inutile perché modificava per via parlamentare una legge regionale. Incuranti di questi dettagliucci, i presidenti del Consiglio e della Repubblica lo firmarono a piè fermo. Il Pd gridò allo scandalo (ma solo per la firma di Berlusconi: quella di Napolitano era ottima e abbondante), annunciò la fine del "dialogo sulle riforme", portò la gente in piazza del Popolo a protestare contro l’atto eversivo.
Motivazione ufficiale, fremente di sdegno: "Se il governo indossa gli anfibi e scende in piazza con attacchi violenti contro le istituzioni, noi non restiamo certo in pantofole". Qualcuno, chiedendo scusa alle signore, parlò financo di regime. Non contenti, due giorni fa i piddini organizzarono un’imboscata per affossare il decreto alla Camera, bocciandone la conversione in legge grazie alle consuete assenze nella maggioranza e alle inconsuete presenze nell’opposizione. Un miracolo mai accaduto prima: l’opposizione più stracciacula della storia dell’umanità riesce a mandar sotto il governo, senza sopperire con le proprie assenze – come invece era accaduto sulla mozione anti-Cosentino e sullo scudo fiscale – a quelle endemiche del centrodestra. Ma niente paura: l’illusione di un’opposizione che si oppone è durata l’espace d’un matin.
Ieri il Pd, sgomento per l’inatteso e involontario successo, s’è subito pentito. Ha riposto gli anfibi, ha recuperato le pantofole di peluche ed è tornato al suo passatempo preferito: l’inciucio. Tenetevi forte, perché la notizia è grandiosa: onde evitare di invalidare le elezioni regionali appena tenute in base al decreto ormai defunto, la maggioranza più comica della storia ha presentato in fretta e furia una leggina per salvare gli effetti del decreto medesimo, ribattezzata dai magliari di Palazzo Chigi "legge salva-effetti", e sbrogliare il gran casino creato dal Banana con la partecipazione straordinaria di Napolitano.
Così il decreto, cacciato dalla porta, è rientrato dalla finestra in meno di 24 ore. A quel punto qualunque persona sana di mente avrebbe mantenuto le posizioni di partenza: la maggioranza pro-decreto avrebbe detto sì alla salva-effetti, l’opposizione anti-decreto avrebbe detto no. E infatti l’Idv ha detto no e perfino l’Api di Rutelli s’è astenuta. Indovinate come ha votato il Pd? A favore (a parte Furio Colombo e poche altre persone serie), a braccetto col Pdl e la Lega. Ne saranno felici le migliaia di persone che si erano fatte convincere a calzare gli anfibi e a scendere in piazza del Popolo contro "l’attacco violento alle istituzioni".
Era tutto uno scherzo. Il Pd era contro il decreto, ma non contro i suoi effetti. Tant’è che ieri ha contribuito a ripescarli. Un voto del tutto inutile, vista la maggioranza bulgara Pdl-Lega, ma comunque indicativo dell’amorevole trepidazione con cui i diversamente concordi del Pd seguono le porcate del Banana. Lui li insulta e loro lo salvano anche se lui non vuole. Per questo sbaglia il capogruppo dell’Idv Massimo Donadi quando afferma che non si tratta comunque di inciucio "perché il Pd non ha avuto nulla in cambio". Gli inciuci dei centrosinistri col Banana sono sempre a senso unico: lui ci guadagna, quelli ci perdono. E’ un do ut des senza des. Ma quelli continuano. Si divertono così
Il Pd manifesta in piazza contro il decreto salva-liste, riesce a farlo cadere in Parlamento, ma poi fa marcia indietro. E vota una legge che lo ripesca con Pdl e Lega. L'opposizione che si oppone dura meno di 24 ore.
Siore e siori, sempre più difficile! Pur di non opporsi, l’opposizione all’italiana chiamata Pd s’è prodotta ieri in un triplo salto mortale carpiato con avvitamento e scappellamento a destra, un numero mai riuscito né provato prima d'ora. Ricordate il decreto salva-liste che sanava ex post le illegalità nella presentazione delle liste Pdl a Milano e Roma? Bene, era illegale, incostituzionale e inutile. Illegale perché una legge del 1988 vieta i decreti in materia elettorale (onde evitare il rischio che si voti con una regola e poi, se il decreto non viene convertito in legge, quella regola decada dopo il voto e si debba tornare alle urne). Incostituzionale perché sanava solo le irregolarità di alcune liste e non di altre e perché cambiava le regole del gioco a partita iniziata. Inutile perché modificava per via parlamentare una legge regionale. Incuranti di questi dettagliucci, i presidenti del Consiglio e della Repubblica lo firmarono a piè fermo. Il Pd gridò allo scandalo (ma solo per la firma di Berlusconi: quella di Napolitano era ottima e abbondante), annunciò la fine del "dialogo sulle riforme", portò la gente in piazza del Popolo a protestare contro l’atto eversivo.
Motivazione ufficiale, fremente di sdegno: "Se il governo indossa gli anfibi e scende in piazza con attacchi violenti contro le istituzioni, noi non restiamo certo in pantofole". Qualcuno, chiedendo scusa alle signore, parlò financo di regime. Non contenti, due giorni fa i piddini organizzarono un’imboscata per affossare il decreto alla Camera, bocciandone la conversione in legge grazie alle consuete assenze nella maggioranza e alle inconsuete presenze nell’opposizione. Un miracolo mai accaduto prima: l’opposizione più stracciacula della storia dell’umanità riesce a mandar sotto il governo, senza sopperire con le proprie assenze – come invece era accaduto sulla mozione anti-Cosentino e sullo scudo fiscale – a quelle endemiche del centrodestra. Ma niente paura: l’illusione di un’opposizione che si oppone è durata l’espace d’un matin.
Ieri il Pd, sgomento per l’inatteso e involontario successo, s’è subito pentito. Ha riposto gli anfibi, ha recuperato le pantofole di peluche ed è tornato al suo passatempo preferito: l’inciucio. Tenetevi forte, perché la notizia è grandiosa: onde evitare di invalidare le elezioni regionali appena tenute in base al decreto ormai defunto, la maggioranza più comica della storia ha presentato in fretta e furia una leggina per salvare gli effetti del decreto medesimo, ribattezzata dai magliari di Palazzo Chigi "legge salva-effetti", e sbrogliare il gran casino creato dal Banana con la partecipazione straordinaria di Napolitano.
Così il decreto, cacciato dalla porta, è rientrato dalla finestra in meno di 24 ore. A quel punto qualunque persona sana di mente avrebbe mantenuto le posizioni di partenza: la maggioranza pro-decreto avrebbe detto sì alla salva-effetti, l’opposizione anti-decreto avrebbe detto no. E infatti l’Idv ha detto no e perfino l’Api di Rutelli s’è astenuta. Indovinate come ha votato il Pd? A favore (a parte Furio Colombo e poche altre persone serie), a braccetto col Pdl e la Lega. Ne saranno felici le migliaia di persone che si erano fatte convincere a calzare gli anfibi e a scendere in piazza del Popolo contro "l’attacco violento alle istituzioni".
Era tutto uno scherzo. Il Pd era contro il decreto, ma non contro i suoi effetti. Tant’è che ieri ha contribuito a ripescarli. Un voto del tutto inutile, vista la maggioranza bulgara Pdl-Lega, ma comunque indicativo dell’amorevole trepidazione con cui i diversamente concordi del Pd seguono le porcate del Banana. Lui li insulta e loro lo salvano anche se lui non vuole. Per questo sbaglia il capogruppo dell’Idv Massimo Donadi quando afferma che non si tratta comunque di inciucio "perché il Pd non ha avuto nulla in cambio". Gli inciuci dei centrosinistri col Banana sono sempre a senso unico: lui ci guadagna, quelli ci perdono. E’ un do ut des senza des. Ma quelli continuano. Si divertono così
CHIESA BALUARDO DIRITTI UMANI
In occasione del suo compleanno e del prossimo anniversario di elezione al soglio pontificio il presidente del Movimento per la vita, Carlo Casini, ha inviato oggi a Benedetto XVI un messaggio augurale per rinnovare “il più profondo affetto e gratitudine per un magistero tenace e infaticabile”. “Sentiamo anche noi una stretta al cuore quando leggiamo di preti che hanno tradito nel modo più ignobile la loro vocazione”, vi si legge. I preti, prosegue la lettera, “ci hanno aiutato a superare la povertà anche materiale, ci hanno educato con intelligenza ed amore, ci hanno atteso con la porta sempre aperta”. Come ha detto Giovanni Paolo II – la conclusione della lettera - “la Chiesa del nostro tempo sarà ricordata come il grande baluardo dei diritti dell’uomo. È quanto meno simbolicamente assai significativo che gli ultimi attuali attacchi contro la Chiesa e anche contro di Lei, Santo Padre, giungano in un momento in cui la Sua voce e quella dei vescovi, si è fatta particolarmente forte per proclamare il diritto dei più piccoli e deboli, quali sono, in particolare, i bambini.
mercoledì 14 aprile 2010
Zaia Presidente: "SONO IL SERVITORE DEI VENETI"
VENETO: ZAIA PRESIDENTE:"SONO IL SERVITORE DEI VENETI CHE HANNO BISOGNO DI AIUTO"
(ASCA) - Venezia, 13 aprile 2010 - ''I veneti non sono tutti nababbi.
Tanti di loro hanno bisogno di essere aiutati, compresi, serviti. E io voglio essere il loro servitore. Anzi, lo sono anche gli assessori ed ogni altro amministratore''. Lo ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, insediandosi oggi in Regione. Zaia ha ribadito, ancora una volta, che ''il federalismo e l'autonomia'', due delle priorita' della sua amministrazione, ''non sono in contrapposizione con l'unita' nazionale''.
(ASCA) - Venezia, 13 aprile 2010 - ''I veneti non sono tutti nababbi.
Tanti di loro hanno bisogno di essere aiutati, compresi, serviti. E io voglio essere il loro servitore. Anzi, lo sono anche gli assessori ed ogni altro amministratore''. Lo ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, insediandosi oggi in Regione. Zaia ha ribadito, ancora una volta, che ''il federalismo e l'autonomia'', due delle priorita' della sua amministrazione, ''non sono in contrapposizione con l'unita' nazionale''.
Zaia chiama a raccolta tutti i Veneti per avere l'autonomia federale.
“Siamo qui per ottenere l’autonomia federalista”. Il 26 aprile, a Venezia, Luca Zaia riunisce il primo consiglio regionale (chaiamato a riscrivere lo statuto regionale). Zaia oggi, si è insediato, e ha detto: “Chi si chiama fuori da questa partita probabilmente non si sente abbastanza veneto”.
martedì 13 aprile 2010
I DUE VOLONTARI VENETI TROVATI MORTI IN UN BURRONE.
ROMA (Reuters) - I due volontari italiani che da alcuni giorni risultavano dispersi in Venezuela sono stati trovati morti oggi, sembra in seguito a un incidente di montagna. Ne dà conferma la Farnesina.
Di Massimo Barbiero, 37enne di Padova, e Simone Montesso, 23enne di Bolzano, si erano perse le tracce martedì 6 aprile, dopo che i due si erano recati nei pressi di Merida per una passeggiata in montagna.
"I corpi sono stati trovati in un burrone. Sembrerebbe che si sia trattato di un incidente di montagna, ma ne avremo la certezza solo dopo l'autopsia", ha detto al telefono un funzionario del ministero degli Esteri.
Barbiero era un missionario laico della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Benzi, mentre Montesso era un volontario impegnato nella stessa organizzazione.
Di Massimo Barbiero, 37enne di Padova, e Simone Montesso, 23enne di Bolzano, si erano perse le tracce martedì 6 aprile, dopo che i due si erano recati nei pressi di Merida per una passeggiata in montagna.
"I corpi sono stati trovati in un burrone. Sembrerebbe che si sia trattato di un incidente di montagna, ma ne avremo la certezza solo dopo l'autopsia", ha detto al telefono un funzionario del ministero degli Esteri.
Barbiero era un missionario laico della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Benzi, mentre Montesso era un volontario impegnato nella stessa organizzazione.
SMENTITA LA CONFESSIONE DEI TRE ITALIANI DIFFUSA DAL TIMES.
Emergency, smentita la confessione
Funzionario Kabul:mai accusato italiani
Passo indietro del portavoce della provincia di Helmand in relazione alla confessione dei tre italiani di Emergency arrestati in Afghanistan con l'accusa di aver preso parte a un piano per assassinare il governatore Gulab Mangal. "Non ho mai accusato gli italiani di Emergency di essere in combutta con Al Qaeda. Ho solo detto che Marco (il chirurgo dell'Ong) stava collaborando e rispondendo alle domande", ha dichiarato Daoud Ahmadi al Giornale.
La notizia della presunta confessione dei tre era stata diffusa dal quotidiano britannico The Times. Ora però la questione sembra diversa, con una sostanziale smentita delle dichiarazioni del portavoce afghano.
Contattato dal Giornale, Daoud Ahmadi, ha aggiunto che il presunto attentato "è responsabilità di alcuni individui". "Questo non significa che l'intero ospedale di Emergency doveva portare a termine la missione - ha precisato-. Spero che gli italiani collaborino con noi per fare pulizia di certa gente con intenti criminali".
''Il Times di Londra mi ha citato in modo sbagliato, soprattutto per il riferimento di un legame fra gli italiani ed Al Qaeda, ed oggi ha chiesto scusa'', ha ribadito all'Ansa il portavoce del governo di Helmand, Daoud Ahmadi. "Tutto quello che ho da dire è quello che ho dichiarato il primo giorno, e non aggiungo altro perché le indagini sono ancora in corso".
Funzionario Kabul:mai accusato italiani
Passo indietro del portavoce della provincia di Helmand in relazione alla confessione dei tre italiani di Emergency arrestati in Afghanistan con l'accusa di aver preso parte a un piano per assassinare il governatore Gulab Mangal. "Non ho mai accusato gli italiani di Emergency di essere in combutta con Al Qaeda. Ho solo detto che Marco (il chirurgo dell'Ong) stava collaborando e rispondendo alle domande", ha dichiarato Daoud Ahmadi al Giornale.
La notizia della presunta confessione dei tre era stata diffusa dal quotidiano britannico The Times. Ora però la questione sembra diversa, con una sostanziale smentita delle dichiarazioni del portavoce afghano.
Contattato dal Giornale, Daoud Ahmadi, ha aggiunto che il presunto attentato "è responsabilità di alcuni individui". "Questo non significa che l'intero ospedale di Emergency doveva portare a termine la missione - ha precisato-. Spero che gli italiani collaborino con noi per fare pulizia di certa gente con intenti criminali".
''Il Times di Londra mi ha citato in modo sbagliato, soprattutto per il riferimento di un legame fra gli italiani ed Al Qaeda, ed oggi ha chiesto scusa'', ha ribadito all'Ansa il portavoce del governo di Helmand, Daoud Ahmadi. "Tutto quello che ho da dire è quello che ho dichiarato il primo giorno, e non aggiungo altro perché le indagini sono ancora in corso".
lunedì 12 aprile 2010
Scomparsi in Venezuela due missionari Veneti
Dal 6 aprile si sono perse le tracce di due missionari laici italiani in Venezuela. Massimo Barbiero, 37 anni di Fossò legato alla sezione di Cittadella dell’associazione Papa Giovanni XXIII e Simone Montesso di 23, sono scoparsi durante una gita nel parco naturale di Sierra de la Culata.
A Fossò in questi giorni si vive con l’apprensione che sia successo qualcosa di brutto al missionario laico della sezione di Cittadella dell’associazione Papa Giovanni XXIII Massimo Barbiero. Dal 6 aprile non si hanno più notizie dell’uomo, scomparso con un suo collaboratore, un giovane trentino Simone Montesso 23 anni , mentre si trovava nel parco nazionale di Sierra de la Culata.
I due missionari si erano recati nel parco per fare una breve escursione, ma da quanto risulta sono stati colti da un improvviso cambiamento del tempo. Maltempo che ha colpito duramente la zona e che non ha permesso agli elicotteri del soccorso di alzarsi in volo in questi giorni di ricerche.
Nella giornata di ieri sono partite due squadre di ricerca composte da 15 uomini ciascuna per ritrovare i due dispersi. Tuttavia c’è la paura che i due missionari possano essere caduti nelle mani di alcuni banditi. La zona è nei pressi del confine con la Colombia, dove il pericolo di sequestri è altissimo.
A Fossò in questi giorni si vive con l’apprensione che sia successo qualcosa di brutto al missionario laico della sezione di Cittadella dell’associazione Papa Giovanni XXIII Massimo Barbiero. Dal 6 aprile non si hanno più notizie dell’uomo, scomparso con un suo collaboratore, un giovane trentino Simone Montesso 23 anni , mentre si trovava nel parco nazionale di Sierra de la Culata.
I due missionari si erano recati nel parco per fare una breve escursione, ma da quanto risulta sono stati colti da un improvviso cambiamento del tempo. Maltempo che ha colpito duramente la zona e che non ha permesso agli elicotteri del soccorso di alzarsi in volo in questi giorni di ricerche.
Nella giornata di ieri sono partite due squadre di ricerca composte da 15 uomini ciascuna per ritrovare i due dispersi. Tuttavia c’è la paura che i due missionari possano essere caduti nelle mani di alcuni banditi. La zona è nei pressi del confine con la Colombia, dove il pericolo di sequestri è altissimo.
Veneto: complimenti a Zaia dal Sindaco di Vicenza Variati.
Politica | 12/04/2010 | ore 15.49 »
Veneto: Variati (Vicenza), bene Zaia ora faccia il bene di tutta la regione
Vicenza, 12 apr. (Adnkronos) - ''Mi complimento per la velocita' con cui il nuovo Presidente, Luca Zaia, ha formato la giunta. Ora la Regione Veneto ha un suo governo effettivo che conta ben tre assessori vicentini: Marino Finozzi al turismo, Elena Donazzan al personale, al lavoro e alla formazione, e Roberto Ciambetti al bilancio. Mi auguro che oltre a fare il bene di tutto il Veneto, i tre assessori tengano presente anche i problemi e le esigenze della loro terra vicentina e del capoluogo''. Lo ha dichiarato oggi il sindaco di Vicenza, Achille Variati (Pd).
Variati si e' poi soffermato in particolare sull'incarico a Finozzi: ''Il turismo e' un vettore fondamentale per lo sviluppo economico veneto dei prossimi anni e sono assolutamente convinto che Finozzi, che conosco da tanti anni e di cui sono stato vicepresidente in Consiglio regionale nella scorsa legislatura, fara' molto bene. Peraltro porto anch'io la delega al turismo per la citta' di Vicenza, per cui sono certo che si potra' instaurare una fattiva collaborazione''.
Veneto: Variati (Vicenza), bene Zaia ora faccia il bene di tutta la regione
Vicenza, 12 apr. (Adnkronos) - ''Mi complimento per la velocita' con cui il nuovo Presidente, Luca Zaia, ha formato la giunta. Ora la Regione Veneto ha un suo governo effettivo che conta ben tre assessori vicentini: Marino Finozzi al turismo, Elena Donazzan al personale, al lavoro e alla formazione, e Roberto Ciambetti al bilancio. Mi auguro che oltre a fare il bene di tutto il Veneto, i tre assessori tengano presente anche i problemi e le esigenze della loro terra vicentina e del capoluogo''. Lo ha dichiarato oggi il sindaco di Vicenza, Achille Variati (Pd).
Variati si e' poi soffermato in particolare sull'incarico a Finozzi: ''Il turismo e' un vettore fondamentale per lo sviluppo economico veneto dei prossimi anni e sono assolutamente convinto che Finozzi, che conosco da tanti anni e di cui sono stato vicepresidente in Consiglio regionale nella scorsa legislatura, fara' molto bene. Peraltro porto anch'io la delega al turismo per la citta' di Vicenza, per cui sono certo che si potra' instaurare una fattiva collaborazione''.
ALTO ADIGE MERANO Deraglia un treno. Nove morti accertati.
Sono i nove i morti accertati, 28 i feriti di cui sette 7 in gravi condizioni: è questo per ora il bilancio ufficiale delle vittime del disastro ferroviario in Val Venosta, dove stamattina un treno di pendolari è stata travolto da una frana tra Laces e Castelbello vicino Merano, lo hanno annunciato, nel corso di una conferenza stampa, il presidente della Provincia Luis Durnwalder e i responsabili dei soccorsi. L'intervento per il recupero di morti e feriti è terminato alle 12.20. Sul bilancio definitivo del disastro ferroviario in Val Venosta c'è comunque ancora qualche incertezza visto che alla sala operativa della protezione civile di Bolzano mancherebbero all'appello tre persone che quindi sarebbero disperse anche se sono in corso verifiche al riguardo.
Merano - (Adnkronos/Ign). Il convoglio è uscito dai binari verso le 9, tra Laces e Castelbello. Uno dei vagoni è finito in bilico sul greto del fiume Adige. All'origine del disastro una frana provocata da un tubo per l'irrigazione.
Nei soccorsi sono coinvolte 150 persone, tra le quali 18 ambulanze con a bordo cinque medici e una sessantina di infermieri e volontari. L'ultimo ferito è stato trasportato fuori dal treno alle 12.20.
Quello di oggi è il più grave incidente ferroviario in Italia dal giugno del 2009, quando alla stazione di Viareggio la fuoriuscita di Gpl da una ferrocisterna rovesciatasi dopo aver deragliato provocò un terribile incendio nel quale persero la vita 32 persone.
Nel gennaio del 2005, l'impatto fra due treni nel pressi di Crevalcore, vicino a Bologna, provocò la morte di 17 persone e il ferimento di diverse decine di altri.
Merano - (Adnkronos/Ign). Il convoglio è uscito dai binari verso le 9, tra Laces e Castelbello. Uno dei vagoni è finito in bilico sul greto del fiume Adige. All'origine del disastro una frana provocata da un tubo per l'irrigazione.
Nei soccorsi sono coinvolte 150 persone, tra le quali 18 ambulanze con a bordo cinque medici e una sessantina di infermieri e volontari. L'ultimo ferito è stato trasportato fuori dal treno alle 12.20.
Quello di oggi è il più grave incidente ferroviario in Italia dal giugno del 2009, quando alla stazione di Viareggio la fuoriuscita di Gpl da una ferrocisterna rovesciatasi dopo aver deragliato provocò un terribile incendio nel quale persero la vita 32 persone.
Nel gennaio del 2005, l'impatto fra due treni nel pressi di Crevalcore, vicino a Bologna, provocò la morte di 17 persone e il ferimento di diverse decine di altri.
domenica 11 aprile 2010
CNN Relazioni Russo Polacche tese.
Un altro importante effetto collaterale del disastro aereo potrebbe essere relazioni russo-polacche.
James Sherr, capo della Russia ed Eurasia a sede a Londra, think-tank Chatham House, ha detto che le relazioni tra i due paesi sono stati tesi a causa delle continue tensioni sul massacro di decine di migliaia di persone polacco nel corso del 1940 ea causa della Polonia stretto rapporto con gli Stati Uniti
Al momento dello schianto, Kaczynski era stato in viaggio con la moglie Maria e una delegazione di alto livello polacca in Russia per il 70 ° anniversario del massacro di prigionieri di guerra polacchi nel villaggio di Katyn.
"Katyn è stata la questione più difficile fino a questo momento. Tutti in Polonia, sa che il massacro di Katyn era una parte molto piccola di uno sforzo sistematico da parte dei russi di liberarsi di tutta una classe di popolo polacco", ha detto Sherr.
Sherr ha aggiunto che sarebbe positivo per le relazioni tra i due Paesi se ci fosse un'indagine aperta e rapido nel crash.
Sabato scorso il presidente russo Dmitry Medvedev ha nominato primo ministro Vladimir Putin a capo di una commissione di inchiesta sul disastro aereo.
Russia ammessi al massacro di Katyn nel 1990, ma non rilasciare documenti che potrebbero identificare i colpevoli del massacro, ha detto Sherr.
James Sherr, capo della Russia ed Eurasia a sede a Londra, think-tank Chatham House, ha detto che le relazioni tra i due paesi sono stati tesi a causa delle continue tensioni sul massacro di decine di migliaia di persone polacco nel corso del 1940 ea causa della Polonia stretto rapporto con gli Stati Uniti
Al momento dello schianto, Kaczynski era stato in viaggio con la moglie Maria e una delegazione di alto livello polacca in Russia per il 70 ° anniversario del massacro di prigionieri di guerra polacchi nel villaggio di Katyn.
"Katyn è stata la questione più difficile fino a questo momento. Tutti in Polonia, sa che il massacro di Katyn era una parte molto piccola di uno sforzo sistematico da parte dei russi di liberarsi di tutta una classe di popolo polacco", ha detto Sherr.
Sherr ha aggiunto che sarebbe positivo per le relazioni tra i due Paesi se ci fosse un'indagine aperta e rapido nel crash.
Sabato scorso il presidente russo Dmitry Medvedev ha nominato primo ministro Vladimir Putin a capo di una commissione di inchiesta sul disastro aereo.
Russia ammessi al massacro di Katyn nel 1990, ma non rilasciare documenti che potrebbero identificare i colpevoli del massacro, ha detto Sherr.
Polonia falcidiata dell'elite politica finanziaria militare.
Russia. La caduta dell'aereo presidenziale ha falcidiato gli alti ranghi in maniera impressionante. A bordo, oltre al presidente Lech Kaczynski ed alti esponenti dell'elite politica e finanziaria, c'erano il generale Franciszek Gagor che esercitava la funzione più importante: Capo di stato maggiore generale; il generale Bronislaw Kwiatkowski, capo del Comando operativo che coordinava le attività dei soldati polacchi in missioni estere, tra cui, la più importante in Afghanistan; il Comandante delle Forze terrestri, Gen. Tadeusz Buk che subentrò lo scorso autunno, proprio a Skrzypczak. Difficile pensare a come i vertici verranno rimpiazzati.
Per il TIMES i tre italiani arrestati a Kabul hanno confessato la preparazione di attentati.
Secondo il «Times» che cita il portavoce del governatore provinciale di Helmand, i tre italiani e gli altri sei arrestati hanno confessato di aver preparato attentati suicidi per uccidere il governatore Gulab Mangal.
sabato 10 aprile 2010
La Polonia nazione vittima colpita. Decapitato il governo polacco.
SMOLENSK
Il presidente Lech Kaczynski, il governatore della Banca centrale polacca Slawomir Skrzypek, il vicepresidente della Camera e candidato dell’opposizione alle prossime elezioni presidenziali, Jerzy Szmajdzinski; i Capi di stato maggiore dell’esercito, marina e aeronautica, alcuni deputati e generali: l’incidente aereo di questa mattina a Smolensk è costato la vita a una buona parte della dirigenza politica e militare della Polonia. La delegazione guidata dal capo dello Stato si stava recando alle cerimonie per il 70esimo anniversario del massacro di Katyn, nel quale la Nkvd uccise oltre 20mila prigionieri di guerra polacchi: ufficiali, intellettuali e politici, quasi l’intera classe dirigente del Paese venne eliminata nel giro di pochi giorni per volere espresso di Stalin; per decenni la responsabilità della strage venne però attribuite ai nazisti.
Il presidente Lech Kaczynski, il governatore della Banca centrale polacca Slawomir Skrzypek, il vicepresidente della Camera e candidato dell’opposizione alle prossime elezioni presidenziali, Jerzy Szmajdzinski; i Capi di stato maggiore dell’esercito, marina e aeronautica, alcuni deputati e generali: l’incidente aereo di questa mattina a Smolensk è costato la vita a una buona parte della dirigenza politica e militare della Polonia. La delegazione guidata dal capo dello Stato si stava recando alle cerimonie per il 70esimo anniversario del massacro di Katyn, nel quale la Nkvd uccise oltre 20mila prigionieri di guerra polacchi: ufficiali, intellettuali e politici, quasi l’intera classe dirigente del Paese venne eliminata nel giro di pochi giorni per volere espresso di Stalin; per decenni la responsabilità della strage venne però attribuite ai nazisti.
Massimo Giorgetti Assessore Regionale alle Politiche Agricole!
Massimo Giorgetti Assessore Regionale alle Politiche Agricole!
venerdì 9 aprile 2010
ANCORA MINACCE A BERLUSCONI
Una nuova lettera contenente minacce al presidente del consiglio Silvio Berlusconi, è stata inviata alla sede di Bari dell'Agenzia Ansa. La firma è dei "Cavallieri d'Italia Veneto-Friuli-Venezia Giulia" che chiedono le "dimissioni immediate" del premier. "Se non possiamo uccidere te, faremo fuori qualsiasi Berlusconi sia più facilmente a tiro", nipoti, figli o fratelli. Un'altra lettera minatoria era già stata recapitata a Bari dieci giorni fa.
La missiva, si legge, è il "terzo ed ultimo avvertimento". La minaccia riguarda tutta la famiglia del premier. "Visto che sei sempre con il giubetto antiproiettile faremo fuori qualsiasi Berlusconi sia più facilmente a tiro" scrivono i "Cavallieri d'Italia Veneto - Friuli - Venezia Giulia" (cavallieri è scritto con due elle).
La lettera, che sarebbe stata spedita a Venezia, contiene un riferimento a Nassiriya. L'accusa a Berlusconi è quella di aver mandato i soldati italiani "contro il volere dell'Onu" e al servizio di Bush. Nel testo c'è un messaggio anche per la Digos: agli investigatori i "Cavallieri" fanno sapere di avere dieci fucili "con mirino telescopico" e "tiratori che colpiscono un pompelmo a un chilometro".
Un'altra lettera di minacce al premier era giunta alla sede di Bari dell'Ansa alla fine di marzo. Il messaggio, scritto a mano, annunciava "una bomba che scoppierà nell'auto di Berlusconi". La missiva era firmata dai "Gruppi armati di liberazione".
La missiva, si legge, è il "terzo ed ultimo avvertimento". La minaccia riguarda tutta la famiglia del premier. "Visto che sei sempre con il giubetto antiproiettile faremo fuori qualsiasi Berlusconi sia più facilmente a tiro" scrivono i "Cavallieri d'Italia Veneto - Friuli - Venezia Giulia" (cavallieri è scritto con due elle).
La lettera, che sarebbe stata spedita a Venezia, contiene un riferimento a Nassiriya. L'accusa a Berlusconi è quella di aver mandato i soldati italiani "contro il volere dell'Onu" e al servizio di Bush. Nel testo c'è un messaggio anche per la Digos: agli investigatori i "Cavallieri" fanno sapere di avere dieci fucili "con mirino telescopico" e "tiratori che colpiscono un pompelmo a un chilometro".
Un'altra lettera di minacce al premier era giunta alla sede di Bari dell'Ansa alla fine di marzo. Il messaggio, scritto a mano, annunciava "una bomba che scoppierà nell'auto di Berlusconi". La missiva era firmata dai "Gruppi armati di liberazione".
lunedì 5 aprile 2010
Oltre quattro milioni di italiani hanno spostato il voto rispetto alle Europee del 2009
Il Pdl ha perso due milioni e mezzo di voti, il Pd un milione, l'Idv 450 mila, l'Udc 360 mila.
Eugenio Scalfari
Repubblica.
Eugenio Scalfari
Repubblica.
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