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venerdì 18 aprile 2014

"Dietro la crisi c'è un complotto di Germania e Francia per distruggere ...

Patrizia Badii; Maria Luisa Violati, Erika Pizzo, Maria Marini, Elisabetta Adami DONNE VENETE ANCORA IN CARCERE.

DONNE ANCORA IN CARCERE: Patrizia Badii, di Firenze;Maria Luisa Violati, di Arqua' Polesine (Rovigo); Erika Pizzo, di Arqua' Polesine (Rovigo); Maria Marini, di Montebelluna  (Treviso); Elisabetta Adami, di Villafranca (Verona).

Dopo l'ordinanza dal Gip di Brescia, Enrico Ceravone, che disponeva la custodia cautelare in carcere per 22 persone sono nelle galere sono ancora  le donne. Liberi in vari tempi e vari modi Lucio Chievegato leader della Life, con azienda in Bovolone Isola Sparsa del Menago (Verona); Franco Rocchetta emerito Onorevole, già sottosegretario agli Esteri, fondatore della Liga Veneta., di Colle Umberto (Treviso): Luigi Faccia, di Agna (Padova); Tiziano Lanza, di Bovolone (Verona); Corrado Manessi, di Poncarale (Brescia); Roberto Abeni, di Castenedolo (Brescia); Angelo Zanardini, di Ospitaletto (Brescia); ; Andrea Meneghelli, di Isola della Scala (Verona), Luca Vangelista, di Verona; Corrado Turco, di Bovolone (Verona); Riccardo Lovato, di Padova; Michele Cattaneo, di Palazzolo sull'Oglio (Brescia) e Marco Ferro, di Arquà Polesine (Rovigo)  Felice Pani, di Terralba (Oristano); Stefano Ferrari, di Sulzano (Brescia); ; Renato Zoppi, di Monteforte d'Alpone (Verona);Roberto Bernardelli, di Olgiate Molgora (Lecco)Ai domiciliari l'ex 'Serenissimo' Flavio Contin, di Padova, e Giancarlo Orini, residente a Castegnato (Brescia).

Franco ROCCHETTA: La storia dell'indipendenza del Veneto - ESTE 11/10 Pl...

Lucio Chiavegato e altri 7 disposta la liberazione.

Il giornale di Vicenza 18.04.2014
BRESCIA. ORE 15.05 BUSATO: «LO STATO HA PERSO». «Lo Stato italiano ha perso. Viva la Repubblica veneta». Commenta così il leader dei venetisti di Plebiscito.eu, Gianluca Busato, la decisione del Tribunale del Riesame di Brescia che ha deciso la scarcerazione di 7 dei secessionisti arrestati il 2 aprile scorso e i la concessione dei domiciliari ad altri 5. Secondo informazioni raccolte da "Plebiscito", oltre a Franco Rocchetta (n.d.r Emerito Onorevole Veneto,  emerito sottosegretario di stato veneto, storico della memoria Veneta ) e Lucio Chiavegato  ( n.d.r. imprenditore veneto) avrebbero ottenuto la libertà Roberto Bernardelli, Riccardo Lovato, Corrado Manessi e Giancarlo Orini (quest’ultimo già ai domiciliari). «La smettano ora e per sempre questi politicanti di infangare la Repubblica Veneta - prosegue il movimento Veneto -. La smettano di perseguitare onesti cittadini lavoratori, intellettuali, pacifici e responsabili, che hanno l’unica colpa di essersi assunti le proprie responsabilità e di essersi attivati per amore della propria terra e per garantire il benessere e la felicità del Popolo Veneto».

ORE 13.30. I giudici del tribunale del Riesame di Brescia hanno disposto la libertà per sette dei 24 secessionisti arrestati il 2 aprile scorso: tra questi l’ex parlamentare Franco Rocchetta e il leader (ndr della LIFE liberi imprenditori fedaralisti Europei ) Lucio Chiavegato, mentre ha disposto i domiciliari per altri cinque. I giudici del riesame di Brescia ritengono competente per la vicenda l’Autorità giudiziaria di Padova. Secondo fonti legali, i giudici ritengono sia venuta meno la gravità degli indizi per l’associazione finalizzata al terrorismo e il reato più grave  ipotizzato sarebbe la costruzione del Tanko, avvenuta nel Padovano.
Grande soddisfazione per la remissione in libertà di Franco Rocchetta da parte del suo legale di fiducia Fabio Pinelli che ha appreso, fuori del carcere di Treviso, dell’ordinanza del Riesame. Pinelli sta attendendo l’uscita dal carcere di Rocchetta, che al momento sarebbe nell’ufficio matricola per le procedure di rito, ma non è stato in grado di fare anticipazioni sulle motivazioni dell’ordinanza. Di certo - secondo il legale - è stato riconosciuto lo spessore umano e quello giuridico di Rocchetta che in 15 giorni di carcere ha perso tra gli otto e i 10 chili di peso. Pinelli - che si riserva di vedere le carte - ipotizza che potrebbero essere state accolte dal Riesame la questione della territorialità che sposterebbe su Padova da Brescia il procedimento ma anche l’aggravante dell’associazione ai fini terroristici. «Sono sensazioni - ha detto al proposito Pinelli - ma dobbiamo attendere di avere le motivazioni per una disamina ed una comunicazione puntuale».
«Giudichiamo la scarcerazione come un ottimo segnale, con l’auspicio che tutta la vicenda giudiziaria si risolva in modo positivo e soprattutto in tempi rapidissimi», commenta il presidente del Veneto Luca Zaia. «Si sta confermando quanto in tanti avevamo sottolineato circa la forza spropositata utilizzata in questa vicenda - aggiunge - un trattamento e un’attenzione che vengono dedicate soltanto ai peggiori delinquenti. Speriamo ora che torni il sereno in queste famiglie».
«Da Brescia arriva una buona notizia ma resta la vergogna dei giorni di galera fatti a causa di una idea», aggiunge il segretario della Lega Matteo Salvini. «Sono contento perchè avevamo detto che avremmo passato Pasqua in galera noi per solidarietà. Quello di oggi è solo l’inizio di un percorso in cui lo Stato dovrà alla fine scusarsi per aver fatto fare la galera a dei cittadini solo per le loro idee. Perchè questo è un processo alle idee».
«Erano state arrestate 24 persone che non dovevano essere toccate, oggi hanno solo liberato degli innocenti», è il commento di Erminio Boso, leader degli indipendentisti della Lega Nord. «Quando uno Stato non rispetta e ha paura dei suoi cittadini, i cittadini devono avere paura di quello Stato e allora non gli resta che scappare. Ma noi oggi dove scappiamo? In una Europa dove domina il pensiero unico della sinistra che metterebbe in galera o in ospedale psichiatrico tutti quelli che non si adeguano? Forse a questo punto ci resta solo la possibilità di andare in Russia a chiedere che Putin ci garantisca lui la libertà...».

FRANCO ROCCHETTA RITORNATO IN LIBERTA'

TREVISO, Franco Rocchetta è tornato in libertà. Il fondatore della Liga Veneta, lo Storico della Memoria Veneta,   privato da 20 giorni della sua libertà, ritorna tra il suo Popolo, il Popolo Veneto in cui crede e che ama a tal punto da subire questa privazione, la privazione della Libertà, che tra tutte è la peggiore. Emerito Onorevole, sottosegretario di Stato agli Esteri,  incarcerato per le sue idee, dallo Stato Italiano, torna in libertà. Ad accoglierlo  festanti  fuori della casa circondariale  bandiere Venete che garriscono al vento, con il Leone di San Marco. I Veneti che lo conoscono e riconoscono  gli tributano l'onore di aver anche  ora e specialmente ora,  con il sacrificio patito , onorato  la bandiera Veneta. Insieme con le tante famiglie in bando,  dal 1796/97, al 1809, dal 1848, al 1866,  FRANCO ROCCHETTA iscrive a lettere d'Oro, insieme a tutti i Veneti incarcerati per la libertà, nel libro d'Oro, della memoria e della libertà VENETA, il nome che porta. Con Lui,  si attende che vengano liberati al più presto tutti gli altri a cominciare da  Lucio Chiavegato che da 20 giorni  è in "sciopero della fame" nel silenzio dei media, a  Patrizia Badi rea di avere ancora  sangue  Venetulato nelle vene. Alla gioia di riabbracciare un Degno Erede, la consapevolezza di dover continuare per la liberazione di Tutti gli altri  Veneti detenuti.     

mercoledì 16 aprile 2014

Traghetto affonda al largo della costa della Corea del Sud

Vittime accertate o disperse, 281 delle 462 persone a bordo del traghetto.
Le cause dell’incidente non sono ancora chiare. Diversi passeggeri hanno detto di avere sentito un grande colpo, dopo il quale la nave si è fermata. Nei minuti successivi è iniziata a entrare acqua a bordo e l’imbarcazione si è inclinata su un lato. Le condizioni del mare erano buone e questo ha facilitato i primi soccorsi da parte di alcune navi che si trovavano nella zona.

Strazianti scambi di messaggi di testo tra studenti intrappolati nel traghetto affonda al largo della costa della Corea del Sud e dei loro genitori ansiosi stanno offrendo uno scorcio della situazione disperata in vaso storpi .

"Papà , non preoccuparti . Ho un giubbotto di salvataggio su e stiamo ammucchiati ", uno di 18 anni, studente , identificato solo con il suo cognome , Shin , mandato un sms a suo padre , secondo MBC News, una stazione di notizie coreano .

Il padre rispose: " So che il salvataggio è in corso , ma rendere il vostro modo se puoi."

"Papà , non posso uscire , " rispose lei . " Il corridoio è pieno di bambini , ed è troppo inclinato . "

Lo studente era tra i 290 ancora dispersi .

In un altro cambio , uno studente maschio mandato un sms a sua madre , che era a conoscenza nel momento in cui il traghetto era in difficoltà .

"Mamma, potrebbe non essere in grado di dirvi in persona . Ti amo ", lo studente mandato un sms , secondo MBC .

"Anch'io , figlio . Ti amo , " la madre mandato un sms schiena, seguita con tre simboli di cuore .

Fortunatamente , quello studente era tra i 179 persone che sono state soccorse , MBC ha riferito .

E una famiglia ha detto di aver ricevuto un messaggio di testo dicendo: "Io sono vivo" da una delle persone mancanti , mentre ancora a bordo , agenzia di stampa coreana Newsis segnalato. Non è chiaro se quella persona era stata salvata .

I sopravvissuti hanno raccontato storie strazianti di confusione e disperazione come persone scivolavano lungo il pavimento della nave bruscamente quotazione , scontrandosi con un altro, o si sono trovati intrappolati nelle cabine da un muro d'acqua .

Passeggeri in salvo ha detto che subito dopo hanno sentito un rumore forte espansione, la nave ha cominciato quotazione e udirono un annuncio attraverso gli altoparlanti della nave dicendo ai passeggeri di rimanere sul posto .

" Il bagaglio stava cadendo , e noi dicevamo ' Che cosa sta succedendo ? ' Ma l'annuncio ci ha detto di restare dove eravamo , così abbiamo fatto ", ha detto uno studente salvato MBC .

Per saperne di più : quasi 300 Mancare Dopo Lavelli traghetto al largo della costa della Corea del Sud

" La nave ha iniziato ribaltamento tutto ad un tratto , e poi la gente ha iniziato slittamento dall'alto , " salvato passeggeri Young- Ja Shin ha detto SBS News. "C'era una ringhiera , così ho tenuto su di esso, ma ho poi stato colpito da una delle persone che cadono e ci siamo spinto fino in fondo . "

"Ci sono voluti circa 10 secondi per ribaltarsi , e poi ho cominciato a scorrere dall'inizio alla fine , " salvato passeggeri Eun - Bok Jang , 50 , ha detto SBS News. "Sono stato colpito dalla mia parte e poi non riuscivo a respirare . "

La nave ribaltato completamente su un fianco , e c'era confusione di massa dentro il traghetto come frigoriferi e altre cose sceso oltre , Jang ha detto .

Quando l' acqua ha iniziato a correre , molti passeggeri messo su giubbotti di salvataggio e sono fuggiti all'esterno. Ma per il momento che gli annunci told ai passeggeri di fare la loro via d'uscita, la nave era già sommerso in modo significativo , quindi c'erano poche uscite che potrebbero essere utilizzati per la fuga , i passeggeri in salvo detto.

Molti passeggeri sono stati radunati nel centro di intrattenimento , ristoranti e negozi al terzo piano della nave 5 -deck , ma quando il traghetto si capovolse , che terzo piano è stato completamente sommerso , le autorità hanno detto l'agenzia di stampa Yonhap . C'era probabilmente un calo di tensione subito dopo che la nave capovolta , i passeggeri così confusi e frenetici probabilmente ha avuto difficoltà a trovare la loro strada nelle vie di passaggio buie e strette .

"Quando stavamo facendo la nostra via d'uscita , il muro era quasi tutta l'acqua , ed è stato completamente sommerso fino al terzo piano , " sopravvissuto In - Hwan Kang , 58 anni , ha detto MBC .


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Heartbreaking text message exchanges between students trapped in the sinking ferry off the coast of South Korea and their anxious parents are offering a glimpse into the desperate situation in the crippled vessel.

"Dad, don't worry. I've got a life vest on and we're huddled together," one 18-year-old student, identified only by her last name, Shin, texted her father, according to MBC News, a Korean news station.

The father replied: "I know the rescue is underway but make your way out if you can."

"Dad, I can't walk out," she replied. "The corridor is full of kids, and it's too tilted."

The student was among the 290 still reported missing.

In another exchange, a male student texted his mother, who was unaware at the time that the ferry was in distress.

"Mom, I might not be able to tell you in person. I love you," the student texted, according to MBC.

"Me too, son. I love you," the mother texted back, followed with three heart symbols.

Fortunately, that student was among the 179 people who have been rescued, MBC reported.

And one family said they had received a text message saying “I am alive” from one of the missing people while still on board, Korean news agency NEWSIS reported. It was unclear if that person had been rescued.

Survivors told harrowing tales of confusion and desperation as people slid along the floor of the sharply listing ship, colliding with one another, or found themselves trapped in cabins by a wall of water.

Rescued passengers said that immediately after they heard a booming noise, the ship began listing and they heard an announcement over the ship’s PA system telling the passengers to stay in place.

“The baggage was falling out, and we were saying ‘What’s going on?’ But the announcement told us to stay where we were, so we did,” one rescued student told MBC.

Read More: Nearly 300 Missing After Ferry Sinks off South Korea's Coast

"The ship began tilting all of a sudden, and then people started skidding down from above," rescued passenger Young-Ja Shin told SBS News. "There was a railing, so I held onto it, but I then got hit by one of the falling people and we got pushed down to the bottom."

"It took about 10 seconds to tilt over, and then I began sliding from end to end," rescued passenger Eun-Bok Jang, 50, told SBS News. "I got hit on my side and then I couldn't breathe."

The vessel tipped over completely on its side, and there was mass confusion inside the ferry as refrigerators and other things fell over, Jang said.

When the water started rushing in, many passengers put on life vests and escaped outside. But by the time that announcements told passengers to make their way out, the ship had already submerged significantly, so there were few exits that could be used for escape, rescued passengers said.

Many passengers were gathered in the entertainment center, restaurants and shops on the third floor of the 5-deck ship, but when the ferry capsized, that third floor was fully submerged, authorities told the Yonhap news agency. There was most likely a power outage immediately after the ship capsized, so confused and frantic passengers probably had a hard time finding their way out in the dark and narrow passage ways.

"When we were making our way out, the wall was almost all water, and it was completely submerged up to the third floor," survivor In-Hwan Kang, 58, told MBC

giovedì 10 aprile 2014

PORTOGRUARO LATISANA AUTOSTRADA CHIUSA PER INCIDENTE.

PORTOGRUARO. Due tamponamenti con mezzi pesanti coinvolti, accaduti verso le 16,00 in A4 fra Porto di Nogaro e Latisana in direzione Trieste, hanno reso necessaria l'istituzione dell'uscita obbligatoria a Portogruaro e la chiusura del tratto Portogruaro-Latisana. Non è ancora chiara la dinamica degli incidenti, né il numero preciso dei mezzi, mentre per quanto riguarda i feriti, una persona rimasta incastrata in uno dei veicoli coinvolti è stata già estratta e portata all'ospedale. I due sinistri sono accaduti poco prima e poco dopo l'area di servizio di Fratta in direzione Trieste dove c'era una coda di dieci chilometri, ampiamente segnalata, così come i lavori in corso. In quel tratto, infatti, è attivo un cantiere per un intervento di asfaltatura che interessa circa 3 chilometri di autostrada in direzione Venezia. Per consentire il lavoro sul
manto stradale, il traffico proveniente da Trieste e diretto verso Venezia - i veicoli non possono uscire dal casello di Latisana - viene fatto scorrere in doppio senso di marcia nella carreggiata opposta.

mercoledì 9 aprile 2014

I LINGUAGGI DELL'ARTE - Cremona 12 - 30 - APRILE

I LINGUAGGI DELL'ARTE - Cremona 12 - 30 - APRILE 2014

Ideatrice coordinatrice               Paola Moglia                FOTO (edarfoto) 
A
CREMONA 
PIAZZA GIOVANNI XXIII
- ITALY -
- MOSTRA D' ARTE CONTEMPORANEA -
CONFERENZE MUSICA POESIA - SALA RODI

CENTRO CULTURALE SANTA MARIA DELLA PIETA'  

PAULLI
SCULTORE



RONCHIN

INCISORE





MOGLIA

PITTRICE



GARUTI

PITTORE




ANNARE'

PITTRICE


PIZZAMIGLIO

FOTOGRAFA



BODINI
DESIGNER


 

domenica 6 aprile 2014

Massimo Cacciari :"L’ex sottosegretario agli Esteri Franco Rocchetta, tra gli arrestati, e’ pacificissimo ed una brava persona."

Massimo Cacciari che ha ha dichiarato a QN – Quotidiano Nazionale: “L’ex sottosegretario agli Esteri Franco Rocchetta, tra gli arrestati, e’ pacificissimo ed una brava persona. Certo, a volte capita che la gente dia i numeri. Un conto e’ ragionare, come lui ha sempre fatto, sui temi del regionalismo veneto. Un altro e’ questo Carnevale da neurodeliri. Non e’ politica questa, io derubricherei il tutto alla cronaca psichiatrica. Però il Veneto: e’ una delle regioni che sta pagando piu’ delle altre la crisi. E si ritrova di fronte a un Paese immobile in cui si predica da anni il federalismo, ma in cui non succede nulla e dove le autonomie locali sono l’ultima ruota del carro”.

Salvini: “Scarcerateli o li liberiamo noi”

la stampoa
A Verona la manifestazione di solidarietà per gli indipendentisti arrestati.
Tentata irruzione in piazza degli attivisti No Tav: interviene la polizia
ANSA
Un finto «tanko» in piazza a Verona

«Siamo qua pacificamente ma non siamo dei fessi: o tornano a casa subito e qualcuno chiede scusa o andiamo a tirarli fuori noi. Magari occupando le prefetture». Lo ha detto il segretario della Lega Nord Matteo Salvini arrivando in piazza dei Signori a Verona per la manifestazione di solidarietà per gli indipendentisti arrestati. Poco fa c’è stato anche qualche attimo di tensione quando una ventina di attivisti dei centri sociali, che avevano bandiere No-tav, hanno tentato di fare irruzione in piazza Dei Signori dove è in corso la manifestazione del Carroccio. L’intervento degli uomini della polizia schierati in assetto antisommossa ha impedito che gli attivisti entrassero nella piazza dove in quel momento si trovavano circa 2500 leghisti. 


corriere della sera 

Verona, piazza dei Signori: manifestazione di solidarietà per i 24 indipendentisti arrestati. Sul palco anche i figli di alcuni di loro. Circa 1000 i manifestanti. Con tutto lo «stato maggiore» della Lega, fronte veneto e lombardo. Oltre a Salvini ci sono Tosi, Zaia. E anche Bossi. La parola che riecheggia più di frequente è «indipendenza». Oppure: «Secessione», scandita come slogan.

Paragone: “L’Italia si dimostra ancora una volta un finto stato”

Paragone: “L’Italia si dimostra ancora una volta un finto stato”

Paragone: “L’Italia si dimostra ancora una volta un finto stato”

Fallitalia | 3 aprile 2014 - 14:14 6 Commenti
FALLITALIA – Il giornalista e conduttore televisivo Gianluigi Paragone: “Con gli arresti in Veneto, lo stato ancora una volta sta dimostrando di non capire un tubo di quello che accade in Italia”
Dalla pagina Facebook del giornalista e conduttore televisivo Gianluigi Paragone:
Dunque abbiamo uno Stato che mostra muscoli e fa la faccia arrabbiata contro i nuovi terroristi serenissimi, una specie di Eta in salsa veneta. Basta guardare le foto per capire la reale entità di questa cosa. Diciamo che si tratta di una operazione politica che vale tanto quanto il furore di quella pattuglia di simil Rambo arrestati: zero.
Lo Stato ancora una volta sta dimostrando di non capire un tubo di quello che accade in Italia. Preferisce sgominare bande di ribelli come se si trattasse di un pericolosissimo clan mafioso. Cazzate buone solo a dare fiato al politicamente coretto. In Italia il pericolo di ribellione c’è. Ma è ancora latente, forse acerbo per lasciare un segno. Potrebbe maturare, certo. E non avrà bisogno di trattori mascherati da carro armato per far saltare in aria un sistema.
La rabbia è intensa, è densa. Tuttavia si arena nella sconsolazione, si stoppa nell’individualismo. Qualche volta lo fa in modo drammatico, autolesionistico come nel caso dei suicidi. Renzi non potrà cavarsela con le parole: chi genera speranza o aspettative usando parole e atteggiamenti di rottura deve sbrigarsi. Come? Sono affari suoi, lo deve fare punto e basta (quando era un outsider giudicava gli altri come se avessero la bacchetta magica, ora la usi lui) perché quella rabbia monta. È destinata a maturare e a provocare lo scoppio. A quel punto cosa farà lo Stato: arresterà i disoccupati? Manderà in galera i precari a vita? Farà retate nei capannoni dove artigiani e piccoli imprenditori non sopportano tasse e burocrazia?
Cosa pensa di fare lo Stato quando i debiti contratti stringeranno come un cappio il collo della gente? O quando le famiglie saranno sfrattate dalle proprie abitazioni? Ce lo dica, perché quel giorno potrebbe arrivare davvero.
Tredici per cento di disoccupati significa un pezzo di Paese che scivola verso la disperazione. E questo dato è destinato a gonfiarsi da qui alla fine dell’anno perché la cassa integrazione non è una busta paga. Contare il 42,3 per cento di giovani senza lavoro significa contare fantasmi. Negli ultimi mesi si sono persi 107 mila posti; quindi non solo il lavoro non si crea ma lo si distrugge pure. Lo Stato pensa davvero che i suoi cittadini non si ribelleranno? Di cosa è figlio l’astensionismo o l’odio verso il Palazzo?
Renzi fa l’indignato di fronte a questi numeri mentre incontra i finanzieri italiani nella City. A chi spiega il jobs act? A Davide Serra, a Colao, a Margherita Della Valle di Vodafone… E all’ex ministro dell’Economia Domenico Siniscalco il quale ora è un big di Morgan Stanley (strano no? Escono dai ministeri ed entrano nelle banche d’affari!). Se il nostro premier pensa di affrontare coi finanzieri il dramma di un’economia reale che frana siamo a posto.
Renzi rifletta bene sulla barzelletta che Draghi va in giro a raccontare. Un uomo ha bisogno di un trapianto di cuore. Il medico dice: posso darle il cuore di un bambino di 5 anni. L’uomo risponde: Troppo giovane. Allora le posso dare il cuore di un banchiere di investimento di quarant’anni, rilancia il medico. Non hanno cuore, ribatte il paziente. Allora di un banchiere centrale di 75 anni, propone il medico. E l’uomo: Lo prendo. Perché? Perché non è mai stato usato.
Ecco, la morale di questa crisi è tutta qui. Nella politica senza coraggio e senza visione. E in una finanza senza cuore. Altro che l’eversione in salsa venetista.

Franco Rocchetta detenuto perché conosce e divulga la cultura Veneta.

 Libero (Adnkronos) - Per tutto cio', i suoi legali hanno già presentato istanza di riesame e chiederanno la revoca della custodia cautelare in carcere: "Non ho mai visto armi di nessun tipo - ha assicurato ai magistrati - in nessun luogo e non ne ho mai sentito parlare. Avevo contatti di conoscenza con alcune delle persone coinvolte, non con tutte. Con Faccia che conosco da 30 anni e con Luigi Contin. Chiavegato non lo conoscevo neppure molto bene. E in ogni caso, tutte queste persone le ho sempre contattate nell'ambito di rapporti di carattere culturale. La mia vita è fatta di incontri in giro per tutta Italia e all'estero per parlare della storia del Veneto. Sono sempre stati rapporti pubblici, conferenze", ha sottolinea l'ex fondatore della Liga Veneta, spiegando di non aver mai partecipato a riunioni segrete. Quindi, Franco Rocchetta ha detto ai giudici di "non aver mai compiuto alcuna attività di finanziamento" e si è comunque messo a disposizione per qualsiasi interrogatorio.
"Rocchetta non era nemmeno a conoscenza dell'esistenza della cosiddetta 'Alleanza' - ha sottolineato l'avvocato Pinelli - dal punto di vista tecnico, giuridico e penalistico il reato 270 bis è inesistente, anche iniziando dai fondamenti delle norme penali anti terrorismo".

venerdì 4 aprile 2014

Cacciari, Bettin e Caccia chiedono la liberazione di Franco Rocchetta

Cacciari, Bettin e Caccia chiedono
la liberazione di Franco Rocchetta

«La sua idea di indipendenza era tutt'uno con una prospettiva
europea e con un riconoscimento dei diritti di cittadinanza»

PER APPROFONDIRE: cacciaribettincacciarocchettavenetistiserenissimi
Massimo Cacciari
VENEZIA - Massimo CacciariGianfranco Bettin e Beppe Caccia chiedono la liberazione di Franco Rocchetta, l'ideologo venetista arrestato nell'ambito dell'inchiesta sui secessionisti della Procura di Brescia.

«Conosciamo personalmente Franco Rocchetta da almeno vent'anni - scrivono l'ex sindaco e i due consiglieri comunali di Venezia - È stato uno dei primi ad affrontare, in Veneto e a partire dal Veneto, la questione delle autonomie e del federalismo. In tutte le occasioni in cui ci siamo confrontati con lui, la sua idea di indipendenza era tutt'uno con una prospettiva europea e con un riconoscimento dei diritti di cittadinanza fondato sullo ius soli e sulla residenza». «È quanto di più lontano possa esserci - proseguono - da 'secessionismi' e politiche di esclusione e chiusura razzista. Con lui abbiamo condiviso iniziative nei Balcani per il dialogo interculturale e interreligioso, in termini di assoluta contrarietà alla barbarie della guerra e della 'pulizia etnica'». «Per come l'abbiamo conosciuto, ci sentiamo di escludere il suo coinvolgimento in attività 'terroristiche o eversive' - concludono Cacciari, Bettin e Caccia - e auspichiamo possa tornare al più presto libero per difendersi dalle gravi accuse che gli vengono imputate».
Venerdì 4 Aprile 2014

L'indipendentista Veneto Rocchetta: 'Non sono terrorista. Ecco la mia storia.

LA LETTERA

L'indipendentista veneto Rocchetta:
'Non sono terrorista. Ecco la mia storia:
Vengo dal Pc e Lotta Continua'

In una lettera inedita mandata a "L'Espresso", il leader della Liga Veneta ed ex deputato finito in manette  si racconta. E spiega: «Mai stato in Ordine Nuovo, sono antimilitarista»

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L'indipendentista veneto Rocchetta: 
'Non sono terrorista. Ecco la mia storia: 
Vengo dal Pc e Lotta Continua'
Tra le 24 persone finite in carcere e accusate dal Ros e dai pm di Brescia di «terrorismo ed eversione», Franco Rocchetta è di certo il nome che colpisce di più. Fondatore della Liga Veneta, ex sottosegretario agli esteri nei primi anni '90, è un politico conosciutissimo in Veneto per le sue idee secessionistiche e irredentiste.

«Un patriota», l'ha subito definito Mario Borghezio. Per la procura, invece, farebbe parte de "L'Alleanza", un gruppo che avrebbe progettato «varie iniziative, anche violente, finalizzate a sollecitare l'indipendenza del Veneto e di altre parti del territorio nazionale dallo Stato italiano». Tra le iniziative documentate dall'inchiesta dei carabinieri, persino «la costruzione di un carro armato, sottoposto a sequestro, da utilizzare per compiere un'azione eclatante a Venezia in piazza San Marco».

Chi scrive ha avuto numerosi contatti con Rocchetta negli ultimi mesi: l'ex ideologo dei lumbard, considerato dalla base un mito alla stregua di Gianfranco Miglio, s'era offeso perché in un inchiesta lo avevo definito vicino all'estrema destra. Ecco come si raccontava in una lunga lettera che ha spedito al giornale qualche settimana fa.

«Gentile Fittipaldi, ho sempre manifestato e posto in atto idee e comportamenti ispirati al dialogo ed al bene comune, antimilitaristi e democratici, non sono mai stato né nazionalista né estremista. Fin da ragazzino, sempre curioso, e desideroso di informarmi su tutto attraverso ogni persona ed ogni canale, ho espresso simpatia ed ammirazione per i sistemi federali; la mia opposizione ai miti fascisti ed al mito della Grande Guerra (come di ogni altra guerra) mi ha provocato problemi con i professori già al tempo delle Scuole Medie. Problemi poi aumentati quando ho iniziato a tradurre quelle posizioni in scritte murali».

Rocchetta non crede nell'unità nazionale nemmeno da adolescente. «A diciassette anni, nel 1964, sono indagato perché i Carabinieri hanno intercettato alcune mie lettere di solidarietà inviate ai familiari di attivisti sudtirolesi per la libertà. Nell’Inverno 1969-1970 ho organizzato a Venezia e nel Veneto una serie di manifestazioni ed eventi clamorosi contro la svendita coloniale del territorio e della salute degli operai e della popolazione, eventi accompagnati dalla diffusione capillare, lungo distanze enormi, di scritte murali e di manifesti a stampa che denunciavano l’attiva complicità dell’intero gruppo dirigente veneto della DC in tali crimini : in conseguenza di tutto ciò è stato avviato un processo-monstre, determinato da querele e controquerele, denunce e controdenunce, il "processo Rocchetta"».

L'ex sottosegretario nega, più volte, qualsiasi vicinanza all'estrema destra, accuse che gli vengono rivolte in varie biografie. «Le uniche forze politiche alle quali nel corso della mia intera vita sono stato iscritto» chiosa «sono il PRI veneto, il PCI (per il quale per anni ed anni ho stilato a mano dazebao lunghissimi in veneto ed in altre lingue, ancora oggi ricordati) e Lotta Continua. Ho lasciato il PCI quando i suoi maggiori esponenti veneti hanno iniziato a sostenere che "è un grave errore parlare di popoli spagnoli, giacché", dicevano, "esiste un unico popolo spagnolo" : le stesse parole, gli stessi concetti, la stessa posizione del franchismo...Ho collaborato con Lotta Continua anche in Portogallo, negli anni della Rivoluzione incruenta, svolgendovi servizio sanitario volontario. Sono diventato amico di parecchi degli artefici di quella così pacifica rivoluzione».

Rocchetta partecipa alla nascita delle prime «radio libere» del Veneto, ed da vita alla Łiga Veneta negli anni '80: «L’ho fatta crescere e la ho difesa da ogni attacco, golpe, infiltrazioni e guerre. Sono anche Cofondatore della Lega Nord nel 1989, e ne sono stato eletto Presidente federale nel 1991 e nel 1994, battendo democraticamente in entrambi i congressi i candidati sostenuti da Umberto Bossi anche con vari ricatti rivolti ai congressisti. Non condividendo l’escalation antidemocratica della Segreteria, né l’accettazione dei fiumi di denaro che la sommergevano, nell’Estate del 1994 ho lasciato la Lega di mia iniziativa».

Rocchetta in alcuni ritratti sui giornali è stato considerato vicino anche al movimento fascista Ordine Nuovo, qualcuno lo definì anche affiliato ad Avanguardia nazionale. Questo perché il leader della Liga nel 1968 partecipò a un viaggio con vari leader post-fascisti nella Grecia dei Colonnelli.

Lui spiega così la sua partecipazione: «Al viaggio degli studenti greci cui mi aggrego perché estremamente a buon mercato (studenti non ostili al regime, e quindi liberi di andare e venire) è collegata una combriccola di studenti di destra italiani che più eterogenea non sarebbe potuta essere : chi vagheggiava Dante citandone le terzine a memoria, chi questo o quel calciatore, chi il Papa, chi gli Imperatori, chi i mistici europei od indiani; venivano dalla Calabria, da Roma, dal Veneto, molti di essi senza nemmeno il denaro per mangiare e per spostarsi, e si salvarono grazie a più collette.

Una volta in Grecia, qualcuno può aver incontrato dei referenti politici, il grosso si disperse nelle locande e nei postriboli, io ne approfittai per visitare i luoghi sognati al ginnasio e al liceo. Una gita sgarruppata, dove ognuno si mosse a suo piacimento. I nomi di un paio dei partecipanti rimbalzeranno negli anni a venire collegati a cronache tristi od anche tragiche».

L'accusa di essere state un ordinovista ha creato a Rocchetta, racconta lui, un bel po' di magagne: «Quando avevo già lasciato la Lega (che con me mai era stata di destra) e la politica da vari anni, nel 1997, sono stato aggredito e colpito alla testa con spranghe e pietre da ragazzotti esaltati anche dalle parole di un professore, Angelo Ventura (uno storico dell’Università di Padova), il quale (così come già un altro storico, Giuseppe Galasso) mi aveva pochi giorni prima definito anche alla radio «ordinovista» solo perché lo aveva «letto da qualche parte», come poi mi disse con candore sconcertante, senza cioè preoccuparsi minimamente di effettuare una qualche verifica storica. Eppure, nel giro di poche settimane, come frutto rasserenante di quell’aggressione tanto crudele quanto idiota, mi si sono avvicinati comportandosi da allora da amici Luca Casarini e Beppe Caccia».

Sarà proprio con Casarini che nel 1999 Rocchetta va a Belgrado per una sorta di missione diplomatica. «Ho così organizzato una colonna di auto che ha raggiunto Belgrado e la Serbia meridionale tra le bombe ed i missili, le macerie, le devastazioni, le perdite in vite umane e gli incendi (e da lì ho proposto a Michele Santoro la nota trasmissione televisiva da un ponte sul Danubio presidiato da scudi umani volontari) : bene, a quella missione di pace e di dialogo hanno partecipato, assieme a diplomatici e giornalisti, proprio Beppe Caccia e Luca Casarini, con don Vitaliano della Sala e Gianfranco Bettin».

Di recente, Rocchetta stava tentando di ridare slancio al movimentismo indipendentista del Veneto. Con metodi, sostiene la procura, poco ortodossi. Per lui, oggi, si sono aperte le porte del carcere.

Stefano Valdegamberi.Non so quali siano i "gravi reati" compiuti da Rocchetta.

Non so quali siano i "gravi reati" compiuti da Rocchetta. Mi auguro siano veramente gravi da giustificare l'arresto e non reati di opinione. Per quel poco che lo conosco da qualche convegno e da chi lo conosce da sempre mi e' descritto come persona pacifica, fortemente idealistica, persino vegetariano, antimilitarista, amico di don Albino Bizzotto dei Beati Costruttori di Pace. ll prototipo insomma del "terrorista"?