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mercoledì 2 aprile 2014

Veneto: ASSUME L' ATTO CHE AUTORIZZA AL DISTACCO DALLO STATO ITALIANO.


Millo Bozzolan Zago ha condiviso la foto di Europa Veneta.
3 h · 
GRANDE!!!! QUALCHE COSA SI E' MOSSO, IN REGIONE!
CHE COSA STA SUCCEDENDO NELLA POLITICA VENETA?
La notizia vera è passata in sordina sui mass media italici, a cominciare da quelli che operano in terra veneta.
Ieri a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio Regionale del Veneto, è stato acquisito un parere che è un UNICUM, dalla fondazione del regno d’italia ad oggi: PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA, UN ORGANO ISTITUZIONALE ASSUME UN ATTO CHE AUTORIZZA AL DISTACCO TERRITORIALE DI UNA REGIONE DALLO STATO ITALIANO.
Il giorno prescelto sembra alludere ad un brutto scherzo per lo stato italiano, che dovrà ora farsi una ragione che il 1° aprile 2014 la Prima Commissione Affari istituzionali del Consiglio Regionale del Veneto ha approvato il Progetto di Legge n° 342, riguardante la convocazione di un referendum istituzionale per l’indipendenza del Veneto.
Con i voti di Lega, Forza Italia, NCD, Futuro popolare e Unione Nordest la commissione ha dato il via libera al progetto di legge 342 del consigliere Stefano Valdegamberi (Futuro popolare) che chiede un referendum per verificare la volontà dei Veneti di costituirsi in una Repubblica con il seguente quesito: «Vuoi che il Veneto diventi una Repubblica indipendente e sovrana? Sì o no?».
Le caratteristiche di questo pronunciamento sono in sostanza due.
1. la composizione della maggioranza che l’ha adottato.
2. il percorso istituzionale che prefigura.
Quanto ai votanti a favore, non ci si aspettava tanta Grazia: si sono predisposti al voto di approvazione in aula i gruppi di maggioranza e qualcosa di più, uno schieramento impossibile da battere (salvo improbabili ripensamenti).
La sinistra se n’è andata via con la coda tra le gambe, abbandonando l’aula.
Qualche consigliere del PD ha evocato lo scioglimento del Consiglio regionale per atti contrari alla costituzione: una strana difesa della democrazia, che ricorda tempi che di democratico avevano ben poco.
Il secondo aspetto riguarda il percorso che porterà i Veneti al riacquisto della Sovranità, dopo i tragici fatti del 1797, che interruppero i 14 gloriosi secoli di Libertà e Giustizia garantiti dalla Veneta Serenissima Repubblica.
In caso di positivo pronunciamento popolare, la legge dà mandato al Presidente della Regione, Luca Zaia, di adottare gli atti preparatori per la dichiarazione d’indipendenza.
Un dettaglio irrilevante è che il centrodestra ha voluto approvare anche una consultazione per aumentare l’autonomia del Veneto nell’ambito dello stato italiano.
È un’azione diversiva volta a mettersi al riparo dalle accuse di rottura di un’unità nazionale mai esistita. Nella penisola, infatti, vivono da sempre Nazioni che poco o nulla hanno in comune, tranne la malasorte di essere sottomesse al medesimo sistema di potere, poco rispettoso di ciascuna di esse.
Quest’ultima proposta, poi, nasce morta. La Regione del Veneto ha già formulato una proposta di legge per l’adozione dello Statuto speciale, ma il governo di Roma ha pensato bene di impugnarla tramite la Corte Costituzionale, vanificandola.
150 anni di regime dimostrano che la risposta italiana verso le autonomie locali è sempre nel segno di schiacciarle.
L’indipendenza, invece, non è legittimata da norme dell’ordinamento interno.
L’indipendenza dipende dal Diritto Naturale dei popoli di autogovernarsi.
Una Nazione cosciente e matura - avente alle spalle una storia che la legittima e la distingue - ha il dovere di organizzarsi da sé e di vivere nella storia in coerenza con la sua identità, con la sua Tradizione, con i suoi valori.
Questo apparato di potere è già morto nell’animo, per la sua empietà: ora giocherà le sue ultime carte per cercare di confondere le idee. Ma la sua sorte è segnata.
La nostra strada è anch’essa già tracciata.
L’AUTONOMIA E’ UNO STATUS CONCESSO DAL PADRONE.
L’INDIPENDENZA INVECE SI CONQUISTA.
E i Veneti ora se la prendono.
Venezia, 2 aprile 2014
Edoardo Rubini

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