Cacciari, Bettin e Caccia chiedono
la liberazione di Franco Rocchetta
«La sua idea di indipendenza era tutt'uno con una prospettiva
europea e con un riconoscimento dei diritti di cittadinanza»
VENEZIA - Massimo Cacciari, Gianfranco Bettin e Beppe Caccia chiedono la liberazione di Franco Rocchetta, l'ideologo venetista arrestato nell'ambito dell'inchiesta sui secessionisti della Procura di Brescia.
«Conosciamo personalmente Franco Rocchetta da almeno vent'anni - scrivono l'ex sindaco e i due consiglieri comunali di Venezia - È stato uno dei primi ad affrontare, in Veneto e a partire dal Veneto, la questione delle autonomie e del federalismo. In tutte le occasioni in cui ci siamo confrontati con lui, la sua idea di indipendenza era tutt'uno con una prospettiva europea e con un riconoscimento dei diritti di cittadinanza fondato sullo ius soli e sulla residenza». «È quanto di più lontano possa esserci - proseguono - da 'secessionismi' e politiche di esclusione e chiusura razzista. Con lui abbiamo condiviso iniziative nei Balcani per il dialogo interculturale e interreligioso, in termini di assoluta contrarietà alla barbarie della guerra e della 'pulizia etnica'». «Per come l'abbiamo conosciuto, ci sentiamo di escludere il suo coinvolgimento in attività 'terroristiche o eversive' - concludono Cacciari, Bettin e Caccia - e auspichiamo possa tornare al più presto libero per difendersi dalle gravi accuse che gli vengono imputate».
«Conosciamo personalmente Franco Rocchetta da almeno vent'anni - scrivono l'ex sindaco e i due consiglieri comunali di Venezia - È stato uno dei primi ad affrontare, in Veneto e a partire dal Veneto, la questione delle autonomie e del federalismo. In tutte le occasioni in cui ci siamo confrontati con lui, la sua idea di indipendenza era tutt'uno con una prospettiva europea e con un riconoscimento dei diritti di cittadinanza fondato sullo ius soli e sulla residenza». «È quanto di più lontano possa esserci - proseguono - da 'secessionismi' e politiche di esclusione e chiusura razzista. Con lui abbiamo condiviso iniziative nei Balcani per il dialogo interculturale e interreligioso, in termini di assoluta contrarietà alla barbarie della guerra e della 'pulizia etnica'». «Per come l'abbiamo conosciuto, ci sentiamo di escludere il suo coinvolgimento in attività 'terroristiche o eversive' - concludono Cacciari, Bettin e Caccia - e auspichiamo possa tornare al più presto libero per difendersi dalle gravi accuse che gli vengono imputate».
Venerdì 4 Aprile 2014
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