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venerdì 4 aprile 2014

Lucio Chiavegato, presidente della Life (Liberi imprenditori federalisti europei), tra i leader del ‘Coordinamento 9 dicembre incarcerato, "sta facendo lo sciopero della fame".

SERENISSIMI: LUIGI FACCIA AL GIUDICE “MI DICHIARO PRIGIONIERO DI GUERRA!!

 

Faccia: «Sono prigioniero di guerra»
Lovato e Contin restano in silenzio
Chiavegato fa sciopero della fame

Il leader dei secessionisti al giudice: «Sono di nazionalità veneta»
Parlano solo il leader dei Forconi, Turco e Meneghelli

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Luigi Faccia, il leader dei secessionisti veneti arrestati nell’operazione dei Ros, non ha risposto al Gip che oggi lo ha sentito in carcere a Vicenza per l’interrogatorio di garanzia. Durante il confronto ha voluto leggere al giudice una sua breve dichiarazione. «Come responsabile del Veneto Fronte di Liberazione, servitore della Veneta Serenissima Repubblica – ha detto -, mi dichiaro prigioniero di guerra». Lo hanno riferito i difensori dell’uomo, gli avvocati Alessandro Zagonel e Andrea Arman.
Piccola schermaglia con il giudice e la cancelliera anche al momento delle generalità, quando Faccia, alla domanda sulla propria nazionalità, ha risposto: «veneta». 
Faccia, accusato di associazione
con finalità di terrorismo ed eversione, si è mostrato
combattivo e determinato, spiegano i legali, nel portare avanti i suoi ideali di indipendenza.
Non hanno voluto rilasciare dichiarazioni oggi neppure l’ex ‘Serenissimo’ Flavio Contin, arrestato (e posto ai domiciliari).
Contin, ultrasettantenne, è accusato tra l’altro di aver costruito e detenuto in un magazzino nel suo paese, a Casale di Scodosia (Padova) il ‘tanko‘ artigianale, ricavato da un escavatore, che doveva servire per l’assalto a Venezia. Lo stesso comportamento ha tenuto un altro dei 24 arrestati, Riccardo Lovato, 44 anni, ex ultras del Padova.
«Ritengo che tutti i miei assisiti abbiano chiarito sufficientemente la loro estraneità alle accuse». Lo ha detto l’avvocato Luca Pavanetto, difensore di Lucio Chiavegato, Pietro Turco e Andrea Meneghelli
«I miei assisiti – ha detto il legale, al termine degli interrogatori di garanzia – hanno risposto a tutte le domande del Gip di Brescia». «In particolare, per quanto riguarda Chiavegato - ha aggiunto - è emerso un distacco totale dalla vicenda». Secondo Pavanetto, Chiavegato avrebbe spiegato che «da più di un anno non frequentava le persone coinvolte nell’indagine. Ed ha dimostrato – ha aggiunto il legale – che molti aspetti contestati gli erano del tutto sconosciuti, dal particolare delle ‘chiavette’ fino alla trasformazione del famoso trattore che sarebbe dovuto diventare un carro armato».
Chiavegato, presidente della Life (Liberi imprenditori federalisti europei), tra i leader del ‘Coordinamento 9 dicembre’, ritenuto l’ala moderata dei forconi, ha infine ribadito di «voler arrivare pacificamente all’indipendenza del Veneto». Il suo difensore ha di confidare nel fatto che nelle prossime ore possa arrivare un provvedimento di remissione in libertà. «In ogni caso – ha concluso – già domani saremo a Brescia per presentare istanza al Tribunale del riesame». Intanto sta facendo lo sciopero della fame.

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