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mercoledì 3 marzo 2010

VENETIE PER L'AUTOGOVERNO

Si chiede la pubblicazione di questo comunicato ai sensi della L.n.302 /1997 (accesso ai media delle nazionalità minori) in quanto emanato da soggetto legittimato dall'autorità competente "autogoverno del popolo veneto" di cui all'art.2 L.n.340/1971
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In quanto candidato alla presidenza della Regione Veneto e rappresentante del partito del popolo veneto "Venetie per l'Autogoverno", ho presentato ieri mattina ricorso alla Corte d'Appello di Venezia. Di solito essa rispondeva in qualche ora, ma ne sono già passate 30.

In effetti l'Ufficio elettorale regionale si trova un bel problema giuridico sul tavolo, che modifica gli equilibri e la prassi.

L'ufficio, composto da magistrati della Corte d'Appello, è stato richiesto di convalidare "Venetie per l'Autogoverno", che ha il diritto di partecipare in base alla L.n.302/1997 in quanto espressione del "popolo veneto", nazionalità diversa da quella italiana, e questo perché con il trattato di Lisbona (1 dicembre 2009) sono divenuti cogenti quelle leggi internazionali che disapplicano la legge elettorale per noi popolo veneto iscritto all'anagrafe e legittimato dalla competente autorità di Autogoverno.

Per parte sua l'Autogoverno del Popolo veneto ha più volte chiesto il rispetto dei diritti del popolo veneto, e nel corso degli anni fin dal 1999, già sulla base del concetto che non è la "regione" che può rappresentare un popolo, confermato dalla sent. della Corte Costituzionale n.365/2007.

Dopo l'applicazione del trattato di Lisbona, l'Autogoverno del Popolo Veneto, in veste di nazione minoranza dello Repubblica, ha interessato la Giunta Regionale, il Consiglio, il Presidente della Repubblica fra dicembre 2009 e febbraio 2010, i quali sono stati richiesti di intervenire per tempo al fino di attuare quelle norme di rispetto della nazionalità veneta divenute cogenti, per attuare una legge di rispetto anche nelle elezioni e nei media. Infatti la legge elettorale, così come quella sui media e sulla istruzione, non rispetta i diritti del popolo veneto, ma questi trattati con il trattato di Lisbona hanno acquisito tale importanza da poter prevalere anche sulle leggi come quella elettorale.

La Giunta e il Consiglio non hanno agito, mentre apprendo che Napolitano si trova a Bruxelles, perché la negazione dei diritti oggi non implica che si possa domani negare i diritti della nazionalità e oggi sarebbe già una discriminazione indiretta. Insomma si deve eventualmente disapplicare la norma elettorale o di altro tipo che crea il danno alla minoranza, in questo caso la norma sulla raccolta firme che in quanto discriminatoria è a noi inapplicabile. Ecco perché ho presentato la lista con 1 sola firma di sottoscrizione, la mia, per altro candidato, è stata richiesta e necessaria per avere il timbro di autentica del presentatore principale (sempre io).

Di questa richiesta di esenzione tutti i candidati sono stati edotti prima ed ovviamente erano consapevoli e d'accordo: già questo era "popolo veneto" per la legge , quello che si è presentato alle elezioni.

Ho chiesto ieri alla Corte d'Appello di Venezia di riconoscere questi fatti e di autorizzare Venetie per l'Autogoverno nelle elezioni.

Venetie per l'Autogoverno è l'unico partito che legalmente può usufruire di questo vantaggio in quanto ha un mutuo riconoscimento con l'Autorità di autogoverno del Popolo Veneto (art.2L.n.340/1971).

I dettagli legali verranno resi noti ai concorrenti in seguito, ma se la lista verrà esclusa lo Stato italiano si sarà reso colpevole di atto discriminatorio verso il popolo veneto, e questo costituirà elemento valutabile in corte internazionale per rendere nulle le elezioni regionali e giustificare la richiesta di risarcimento e la messa in mora dello Stato. Speriamo di non dover proporre la questione, perché le Corti interpellate in seguito dovrebbero anche annullare le elezioni anche degli anni scorsi, in quanto i diritti che invochiamo sono vigenti sin dal 1997. Infatti , la legge internazionale può essere retroattiva in alcuni casi, e non è da escludere che se l'Italia si ostinerà a negare i diritti del popolo veneto, di minoranza della Repubblica, essa si vedrà poi costretta a restituire tutti i tributi pagati dal popolo veneto ma fin dal 2004, ossia 100 miliardi di Euro all'anno, subendo così la bancarotta finanziaria.

E' certamente una novità assoluta quella proposta, possibile solo in base al trattato di Lisbona, e alla volontà, preparazione e coscienza della nuova classe dirigente veneta, che non ha nulla a che fare con guerrafondai, razzisti, evasori fiscali ecc.

Loris Palmerini
www.venetie.in

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