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SETE AVE MARI E RENE' DA SPARE' (RENATO DE PAOLI POETA)
PRESENTAZIONE
SETE AVE MARIE
di René da Sparé
Il titolo della seconda raccolta di poesie di René da Sparé, nome d'arte di Renato De Paoli, allude ai sette mari, mitiche distese d'acqua dell'antichità, innumerevoli, perché il numero sette indicava una quantità indefinita e le -Sete Ave Marie- non sono nel Mare aperto ma all'interno dell'antica laguna veneta, o Endolaguna. Lungo la via dell'ambra che da Oriente portava al Baltico, gli argonauti approdavano nelle Isole delle Esperidi, tra le polesine e le barene, terre emerse dell'Alto Adriatico, dove il mare si mescolava con le acque dolci dei fiumi dispersi nella laguna veneta, che arrivava fino al Benaco. E' in questo contesto che si sviluppa la narrazione di René d'Asparé, la sua ispirazione lirica è sorretta dal viaggio tra -isola e isola- di un mare interno che è scomparso di cui il poeta percepisce l'esistenza, ancora viva nei lacerti della memoria dei loghi natii: -a destra Tregnon/Sanoa in mezo se ciama Menago/a sinistra Lavegno- da De l'acva pag.21. All'interrogativo del poeta di ogni epoca:-In quale lingua e carattere scrivere?- René da Sparé risponde in modo duplice, utilizza sia l'italiano sia il veneto, quasi voler suggellare l'unità indissolubile delle due lingue, nel secolare dibattito tra lingua scritta e parlata, tra lingua aulica e volgare. L'autore muovendosi sul binario della lingua veneta e italiana conia neologismi:
-inflizioni- composto dal suffisso in- e da -afflizioni-
-finitimo- derivato da -finito- e -prossimo-
Frequenti sono anche i neografismi: acua; adri attico
Il disegno strutturale che fa da cornice alla molteplicità dei contenuti è il viaggio endolagunare che svela il secondo lemma del titolo -Ave- le acque antenate che lambivano -i prati verdi- nelle radure del Bosco degli Avi pag 65.
La precisione e la costanza dei riferimenti spazio-temporali fanno rivivere agli occhi del poeta lo scenario perilacustre, posto fra i fiumi Mincio e Bacchiglione, al centro del quale si trova il -suo- Menago, tappa obbligatoria del mitico Apollo iperboreo; ne rievoca l'eco nelle tappe de -La Civiltà Fluviale- pag. 29
Le manifestazioni improvvise dell'argine, del cielo, del pianoforte, del fuoco vibrano nell'atmosfera invernale dell'endolaguna, sono lampi che balenano nel componimento -Epifania- pag.43
Il Poeta si rivolge esplicitamente A voi ch'ascoltate in rime sparse il suono per sottolineare la fugacità dei beni temporali e contemporaneamente la soggettività dell'esperienza lirica, creata dalle sequenze di frammenti d'esistenza, come in -Isole sparse- pag 41
Il carattere che accomuna il Canzoniere di René è l'autobiografismo,il punto di vista costante è della prima persona che accentua il tono elegiaco del componimento -Lama lago isolano- pag.60 Ricorrenti sono i rinvii interni tra le isole del suo vissuto, frequenti i rammaricati monologhi come -è diventato imprenditore/ il contadino/canne palustri/non servono più- da Stradella pag 37.
Le pause liriche del suo vissuto sono arricchite “a volte fino allo spasimo, di moti e di risonanze interne”come per il Canzoniere di Saba, innamorato della sua Trieste. A differenza di quello la raccolta “Sete Ave Marie” si fonda sul verso lineare, con la prevalenza del procedimento apodittico
Musica pag 35
Per non morire anonimo pag 40
Mattine pag 44
Gilda pag 59
La forza della luna pag 84
Se metrica è libera, prevale la paronomasìa, perché é nell'accostamento di suoni uguali che il poeta riesce ad esaltare le disparità delle sue esperienze e i contrasti che emergono dalla sua ricerca autoanalitica e autobiografica.
L'allitterazione di -trattore,trattare, trattati- nelle liriche: -Gioco ironico- pag 77 e -Qualcosa che non c'è- pag 87, sottolinea il conflitto tra la nostalgia e il dolore per la perdita, che l'io esplicita con sottile ironia e velata speranza.
L'altro tema caratterizzante è l'identità tra parola e pensiero come scrisse Saba“ai poeti resta da fare la poesia onesta”, perché è della loro sincerità che il mondo globale ha bisogno, il poeta stesso afferma di scrivere per -restituire sacralità alla scrittura- in -Libero discernimento- pag 51
Il genere lirico è esaltato dall'immediatezza del sentire dell'autore, fragile e disarmante nel dubbio di -Cosa fare?Cosa dire?- dichiarato senza veli da -Avanti – Indietro- pag 69 ; a Renè da Sparé come al lettore non resta che chiedere: -riempimi di stelle- da -Sonno- pag 38
La disarmonia tra arte e vita, tema tipico della poesia novecentesca, traspare nei versi del canzoniere “Sete Ave Marie” che dalla pubblicazione di Rudyard Kipling The Seven Seas si riverbera nei secoli con l'originale tentativo di René da Sparé di significare la propria esistenza nella -calda vita- della poesia.
AnnaMaria Ronchin
Legnago, 28 febbraio 2010
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